Quirinale, il ragionamento dei peones per impallinare Draghi - Affaritaliani.it

Politica

Quirinale, il ragionamento dei peones per impallinare Draghi

Di Gianni Pardo

Quirinale, Draghi e la partita di chi vuole restare in Parlamento fino al 2023

In un libretto che voleva costituire un’occasione di lettura per chi desiderava imparare l’inglese, c’era un aneddoto indimenticabile. In una zona rinomata per la qualità (e il prezzo) del vino prodotto, la popolazione era divisa fra i ricchi produttori e la povera gente, tanto povera che non poteva permettersi una bottiglia del famoso vino.

Così qualcuno in chiesa propose: “Prima di domenica prossima mettiamo una botte in piazza e di notte, nell’anonimato, chiunque voglia donare un po’ di vino da distribuire ai poveri, lo verserà nella botte. Immagino che nessuno oserà tirarsi indietro”. Infatti nessuno si tirò indietro. Di notte, ognuno si presentò col suo contenitore, verso il prezioso liquido nella botte, e si eclissò senza dare nell’occhio. La domenica mattina, in grande pompa, si aprì il rubinetto della botte, e ne sgorgò acqua pura.

L’aneddoto è piuttosto un apologo che un aneddoto. L’ipocrisia – ha scritto La Rochefoucauld – è l’omaggio che il vizio tributa alla virtù. Ma è un omaggio puramente verbale. Se bisogna mettere la mano al portafogli le cose cambiano. E se nessuno controlla l’azione reale, le cose cambiano radicalmente, fino ad arrivare all’acqua pura invece del vino.

Tutto questo vale anche per l’elezione del Presidente della Repubblica. Sul suo nome non ho mai fatto nessuna previsione, talmente diffido del futuro, ma oggi, pensando alla storia della botte in piazza, ho capito perché Mario Draghi non ha sciolto la riserva. E perché ben difficilmente potrebbe essere eletto Presidente della Repubblica.

Se domani tutti i leader politici si mettessero d’accordo sul nome di Mario Draghi, e lo proponessero all’unisono per la carica di Capo dello Stato, chi oserebbe mettersi di traverso? Nessuno, ovviamente. Il consenso sarebbe unanime. Purtroppo, al momento del voto, gli elettori votano dentro il famoso “catafalco” (la cabina chiusa alla vista, in Parlamento) e il voto è segreto.

(Segue...)