Politica
Elezioni, Renzi pronto alle dimissioni in caso di sconfitta del Pd
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Matteo Renzi ha scelto una metafora calcistica per dire che se domenica prossima finisce 4 a 3 per il Pd comunque è una vittoria. Peccato che a gennaio parlasse di 7 a 0 e poche settimane fa di 6 a 1 (il Veneto è quello ormai perso, almeno così pare). Ma che cosa accadrebbe se davvero il Centrodestra riuscisse ad avere la meglio in Liguria e in Campania oltre che in Veneto? Per il premier si metterebbe male. Innanzitutto dovrebbe rivedere non poco la riforma della scuola e poi dovrebbe aprire a modifiche sostanziali sulle riforme istituzionali. Il problema non sarebbero le opposizioni ma la minoranza interna del Pd.
Un risultato modesto del Partito Democratico ridarebbe forza ai vari Bersani, Cuperlo, Speranza e Bindi sconfitti in Parlamento sull'Italicum. Tanto che Renzi, obtorto collo, dovrebbe accettare compromessi che fino a qualche settimana fa escludeva categoricamente. Non solo. Se poi anche l'Umbria, come sussurrano alcuni deputati dem, dovesse dare una brutta sorpresa, con la vittoria comunque non probabile ma possibile del candidato del Centrodestra Claudio Ricci, potrebbe esserci davvero un terremoto nel Palazzo del potere.
Una sconfitta 4 a 3 con due Regioni storicamente di sinistra perse (Umbria e Liguria) e magari un forte arretramento rispetto al dato delle Europee nelle Marche, in Toscana e in Puglia porterebbe il presidente del Consiglio a drastiche decisioni. La forza parlamentare della minoranza dem diventerebbe tale da condizionare in modo permanente l'intero operato dell'esecutivo. E a quel punto - stando almeno ai rumor che circolano nel Pd - Renzi potrebbe anche decidere di lasciare. Un passo indietro formale con le dimissioni al Quirinale per poi lasciare la palla nelle mani di Sergio Mattarella.
Il Capo dello Stato dovrebbe valutare se ci sono le condizioni per un Renzi-bis o se invece dar vita a un governo del Presidente (nella Prima Repubblica si sarebbe chiamato 'balneare') che porti il Paese alle urne (con l'Italicum) o in autunno o al massimo nella primavera del 2016. Il premier-segretario non intende farsi impallinare dalla minoranza dem che, alla luce di una sconfitta alle Regionali, tornerebbe forte nei numeri e nelle intenzioni. Rischia davvero di aver ragione Berlusconi e se il Centrodestra vince 4 a 3 per Renzi l'estate potrebbe essere non calda ma bollente.