Renzi e le tentazioni autunnali. Voto a novembre? - Affaritaliani.it

Politica

Renzi e le tentazioni autunnali. Voto a novembre?

Giuseppe Vatinno

Renzi e il voto anticipato a novembre

I congressi locali del Pd stanno andando bene e Renzi ha conquistato il 69%, Orlando il 27% ed Emiliano il 4% in 1.271 circoli in cui si è votato; un buon viatico in vista delle primarie nazionali previste per il 30 aprile.

Questo dato che neppure l’ex Presidente del Consiglio si aspettava rimescola nuovamente le carte in tavola.

La partita sembra giocarsi più all’esterno nelle primarie aperte che all’interno del partito soprattutto dopo la fuoriuscita degli scissionisti.

Intanto una prima considerazione può essere fatta sui dati dei circoli: Renzi è saldamente in testa e Orlando si prefigura come la nuova minoranza mentre Emiliano si è rivelato un bluff dovendo scontare anche la farsa della finta fuoriuscita dal partito con ritiro all’ultimo momento.

Le primarie dei circoli nel 2013 si erano chiuse con i seguenti risultati: Renzi con il 45,3%, seguito da Cuperlo (39,4%), Civati (9,4%) e Pittella (5,8%)

Mentre le primarie aperte furono vinte da Renzi l’8 dicembre, sempre del 2013, con il 67.55 % dei voti.

Detto questo la situazione attuale con un Renzi intorno al 69% contro il passato 45% fa presagire una inversione dei ruoli: saranno le primarie aperte la vera incognita per Renzi più che quelle interne ormai vinte.

In ogni caso il buon andamento nei circoli ha risvegliato l’interesse di Renzi per votare al più presto rimettendo in discussione la fine della legislatura al 2018; conti alla mano la prima data utile per votare sarebbe il 24 settembre con scioglimento delle Camere in piena estate il fatico 25 luglio e campagna elettorale “balneare”.

La seconda ipotesi molto più realistica di quella equinoziale, è quella del 19 novembre con scioglimento il 20 settembre e cioè dopo il ritorno dalle vacanze estive, alla ripresa del nuovo anno istituzionale.

Per fare questo Renzi sta preparando una mozione che ripropone il Mattarellum per farsela bocciare anche dai suoi e così avere il pretesto per andare al voto con il Consultellum  (ricordiamo trattarsi di un proporzionale puro con un premio di maggioranza alla Camera se si raggiunge il 40%) che però si badi bene, preserva ai segretari dei partiti di nominare i capilista bloccati a lui fedeli.

Se questa linea si concretizzasse il governo si potrebbe dover guardare anche da un fuoco amico e non solo da quello tradizionale delle opposizioni con alcuni inaspettati alleati tattici come FI e gli scissionisti che sia pure per motivi diversi al voto non vogliono andare anticipatamente.