Il flop di Marino fa crollare la superiorità della "società civile" - Affaritaliani.it

Politica

Il flop di Marino fa crollare la superiorità della "società civile"


Di Pietro Mancini


Roma, "caput mundi", con una storia piena di grandezza, di re e di imperatori, ha dovuto sopportare una vicenda, mediocre, di scontrini e di cenone, che è avvenuta dopo l'inchiestona su Mafia Capitale e gli scandalosi mega-funerali del patriarca del clan Casamonica.

All'indomani del tardivo e sofferto addio del deludente, "unfiit", medico genovese, Ignazio Marino, questi gli obiettivi principali, che devono cercare di raggiungere il nuovo PD di Matteo Renzi e le forze democratiche di Roma : Campidoglio casa di vetro, nuovo candidato a Sindaco stimato, gestione oculata del Giubileo, impedire il ritorno al Comune della destra di Alemanno e dei comitati di affari, collusi con la criminalità.

Renzi e Matteo Orfini, con forza, dicano   : "non è vero che Marino, a Roma, rappresentasse l'unico argine del PD alla corruzione. Le barriere sono gli uomini, le donne oneste, cioè la maggioranza  degli iscritti e degli elettori al nostro partito".

Il flop di Marino fa crollare anche un'altra, fragile, certezza : la superiorità degli esponenti della "società civile" sui politici di professione. Rutelli e Veltroni sono stati apprezzati dai romani.

E in passato hanno goduto di larga stima Luigi Petroselli e Ugo Vetere, 2 funzionari del vecchio PCI di Berlinguer. Il primo era di Viterbo, il secondo calabrese. La dimostrazione che può amministrare, con efficienza e onestà, la capitale anche chi è nato fuori dai sette colli capitolini.