"Salario minimo al voto a luglio", M5s e Pd d'accordo sui tempi, non sui 9 €
Per i dem bisogna derogare la questione ai principali contratti di settore. Lega e Forza Italia contrari alla misura. Salvini: "Priorità tagliare le tasse"
Salario minimo, maggioranza spaccata. I tempi rischiano di allungarsi
L'Unione europea ha trovato l'accordo per il salario minimo. La misura è stata approvata ma alla fine si è deciso di non imporla ai Paesi membri, limitandosi a suggerire di adottarla. Una scelta che non mette vincoli ma che in Italia ha già provocato conseguenze politiche. Pd e M5s, infatti, - si legge su Repubblica - concordano su un punto: "La legge sul salario minimo deve andare al voto in parlamento entro luglio". Almeno in Commissione Lavoro al Senato, dove se ne parla da inizio legislatura, con le prime proposte presentate a maggio e luglio del 2018. Arrivare all’ok di Palazzo Madama entro la pausa di agosto è l’unico modo per dare al provvedimento qualche chance di essere licenziato dalla Camera prima del gong delle Politiche.
Sul merito della riforma però, e in particolare sul tetto di 9 euro di retribuzione minima messo nero su bianco dal Movimento, - prosegue Repubblica - perfino nella metà campo giallorossa la famosa quadra ancora non c’è. Spiega la presidente 5S della Commissione Lavoro, Susy Matrisciano: "Il Pd ha presentato emendamenti senza il tetto dei 9 euro, derogando la questione ai principali contratti di settore. Ma ce ne sono alcuni in cui il salario minimo è a 4 euro e 60 cent. O a 6 euro. Per questo è bene metterlo per iscritto". Ma nella maggioranza sono già emerse forti resistenze, da Forza Italia alla Lega. "La nostra priorità è tagliare le tasse a chi crea lavoro", ha già detto Matteo Salvini.