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Politica
Migranti, Salvini e la conversione di Edith Bruck (che poi ci ripensa)
Edith Bruck

Salvini: la conversione della Bruck. La pasionaria rossa cambia idea sull’immigrazione e poi ci ripensa

È bello parlare con le terga altrui. Questa può essere la cifra della conversione di Edith Bruck, pseudonimo di Edith Steinschreiber, ebrea, che sperimentò la Shoah, intellettuale ungherese, da sempre sensibile ai temi dell’immigrazione con particolare vicinanza per i migranti (altrui) secondo la nota formula degli ambientalisti radical – chic: “Non nel mio giardino”.

Ieri in una intervista di ieri al Corriere della Sera ha fatto outing, anche se poi c’ha clamorosamente ripensato, ma la frittata era ormai fatta.

LEGGI ANCHE: Migranti, la scrittrice Bruck: "No a chi odia Israele, grazie Meloni-Salvini"

“Edith Bruck, scrittrice, poetessa e regista, 92 anni, sopravvissuta ad Auschwitz: lei ha cambiato idea sull’immigrazione, le sue dichiarazioni stanno aprendo un dibattito…”, le domanda il giornalista.
E lei così candidamente risponde: “Sì, è vero, ho cambiato idea dopo il massacro dei bambini a Kfar Aza. Per anni, in Italia, abbiamo accolto tutti coloro che arrivavano dal mare. Io stessa dicevo: poveretti, dobbiamo aiutarli. Ma adesso è molto diverso”, ci fa sapere cadendo dal classico pero.

Ecco che le contraddizioni della Storia cominciano a farsi sentire. Per gli ebrei di sinistra è arrivato il momento di fare un po’ di conti con sé stessi.

Il popolo ebraico infatti è ancora odiato parimenti dalla sinistra e dalla destra, in effetti un fenomeno unico a livello mondiale.

Ma se a destra, dopo la Shoah, c’è stato un netto riposizionamento, almeno a livello istituzionale a partire dalla “Svolta di Fiuggi” fatta da Gianfranco Fini che a Gerusalemme con la kippah in testa dichiarò che il “fascismo è stato il male assoluto”, a sinistra analogo procedimento non è avvenuto e ambiguità e contraddizione fioriscono nel giardino di Marx (peraltro anche lui ebreo).

Vittima illustre di questa contraddizione è ad esempio la segretaria del Pd Elly Schlein ebrea e progressista che non sa più che pesci prendere per salvare capra e cavolo.

Ed ecco perché a livello mondiale tutta la sinistra appare spaccata e divisa sulla guerra israeliano – palestinese.

Aspettiamo analoghe conversioni (senza ripensamenti) da altri, tipo il direttore di Open Enrico Mentana mentre Giuliano Ferrara, fondatore de Il Foglio non ha mai avuto dubbi a riguardo e si è schierato sempre convintamente per Israele, dopo però aver eseguito un percorso di adeguata destrizzazione.

Resiste pervicacemente invece Gad Lerner che solo poche ore fa ha dichiarato: “Non vorrei che parlare dell'antisemitismo facesse dubitare che la vita degli ebrei vale di più della vita dei palestinesi”. Nei kibbutz israeliani violati da Hamas lo attendono per festeggiarlo adeguatamente con torte e champagne.

Ma torniamo alla saggista, scrittrice e poetessa nonché regista ungherese.

Alla domanda clou: “Perciò lei ha cambiato idea anche sulle posizioni della presidente Meloni e del ministro Salvini?” la Bruck ha candidamente risposto: «Non avrei mai voluto dovermi augurare che Salvini sostenesse così le posizioni di Israele, parlando di modello di democrazia, l’unico in quell’area. E così fa Meloni. Dobbiamo ringraziarli per come difendono Israele: il mondo si è capovolto. Noi prima ce l’avevamo con loro due per come la pensavano sull’immigrazione. Oggi per me non è più così. Una certa sinistra per troppi anni è stata cieca, ha difeso le posizioni palestinesi come se fossero tutti santi. E quale è il risultato? Ci ritroviamo in casa veri e propri fascisti, neonazisti”. 

Chissà cosa diranno adesso i tanti “ebrei rossi” italiani, a partire appunto da Lerner?

Per Salvini è finalmente una rivincita su chi da anni lo attacca da sinistra sul tema dell’immigrazione, dimostrando che è facile pontificare quando le conseguenze delle azioni ricadono su altri, più complesso quando invece ricadono su sé stessi e i propri interessi.

Dobbiamo però aggiungere –come dicevamo all’inizio-che la poetessa non è più molto lucida forse per l’età avanzata o per le tirate d’orecchie e dopo la chiarissima intervista al Corriere della Sera e le conseguenti polemiche furiose che ha generato, ha tentato una clamorosa marcia indietro con esiti disastrosi.

E così ha dichiarato all’Ansa mettendo una toppa peggiore del buco: "Non ho mai detto e non avrei potuto dire 'ha ragione la Lega'", spiega Bruck. "I ringraziamenti a Meloni e Salvini erano ironici e con un punto interrogativo alla fine che non è stato inserito”.

Ma signora Bruck non pratichi il pericoloso sport della salita sugli specchi insaponati perché anche se fosse caduto un punto –e non è caduto perché la frase è sintatticamente completa- il senso complessivo dell’intervista è chiarissimo, come il suo ravvedimento. Così ha collezionato solo un’altra brutta figura e soprattutto è risalita sul pero.

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