Butti ad Affaritaliani: "La sanità digitale al centro del Ssn. Nel settore oncologico un Big bang di innovazione"  - Affaritaliani.it

Politica

Ultimo aggiornamento: 14:31

Butti ad Affaritaliani: "La sanità digitale al centro del Ssn. Nel settore oncologico un Big bang di innovazione" 

Intervista al sottosegretario all'innovazione tecnologica Alessio Butti

di Vincenzo Caccioppoli

Butti: "La sanità digitale al centro del servizio sanitario nazionale. Nel settore oncologico un <i>Big bang</i> di innovazione" 

La sanità digitale si conferma come uno dei fattori trainanti del sistema sanitario in Italia, grazie a investimenti crescenti, innovazioni tecnologiche e un crescente coinvolgimento di cittadini e professionisti. Le cifre per il 2024 secondo i dati dell'osservatorio del Politecnico di Milano parlano chiaro: 2,47 miliardi di euro investiti (+12% in un anno), oltre il 50% dei Medici di Medicina Generale ha già effettuato televisite, il 41% dei cittadini utilizza il Fascicolo Sanitario Elettronico, il 46% dei MMG e il 26% degli specialisti ha usato strumenti di GenAI

Secondo i dati presentati dall’Osservatorio, la spesa per la sanità digitale in Italia è cresciuta del 12% rispetto all’anno precedente. La diffusione di strumenti come la Telemedicina, il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) e l’Intelligenza Artificiale testimonia l’avvio di un cambiamento che interessa sia i professionisti che i cittadini. E di questo gran parte del merito va attribuito al grande impegno che il sottosegretario alla innovazione tecnologica Alessio Butti ha voluto dedicare a sviluppare la sanità digitale. 

L'intervista di Affaritaliani

Sottosegretario Butti, i dati dicono che la sanità digitale potrebbe aiutare molto un sistema sanitario come quello italiano, alle prese con carenze di organico e difficoltà ad offrire servizi in linea con le attese. Questo governo e forse quello che si sta attivando maggiormente su questo fronte, può spiegare brevemente le principali innovazioni portate dalla sanità digitale?

Il Governo ha messo la sanità digitale al centro della propria strategia di modernizzazione del Servizio sanitario nazionale proprio, che da decenni deve fare i conti con criticità strutturali quali carenze di personale e le difficoltà nel garantire servizi tempestivi su tutto il territorio. Tra le principali innovazioni introdotte vi è innanzitutto il potenziamento della connettività nelle strutture sanitarie italiane. Un altro elemento cardine è il rilancio del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) 2.0, rimasto completamente bloccato da anni, con un investimento complessivo di oltre 1,3 miliardi di euro stanziati dal PNRR.

Infine, il Governo sta promuovendo l’integrazione dell’intelligenza artificiale nella sanità, con progetti pilota in corso che coinvolgono diagnostica, gestione delle liste di attesa e programmazione sanitaria, per rendere il sistema più efficiente e predittivo. Parallelamente, è in atto un robusto piano di formazione digitale per operatori sanitari, gestito dalle Regioni ma diretto e finanziato dal Dipartimento per la trasformazione digitale.

Mi conferma che per la prima volta nella storia del nostro Servizio sanitario nazionale abbiamo accesso ai dati clinici di tutti gli italiani, creando condizioni straordinarie a vantaggio di chi soffre e dei professionisti che li assistono. Potrebbe spiegare di che cosa si tratta esattamente?

Confermo con piena soddisfazione che finalmente disponiamo di un accesso integrato e sicuro ai dati clinici di quasi tutti gli italiani, grazie all’Ecosistema Dati Sanitari. Questo sistema permette ai medici e agli operatori sanitari autorizzati di consultare le informazioni cliniche complete e aggiornate, migliorando notevolmente la qualità delle cure e la continuità assistenziale. È importante sottolineare che l’accesso a questi dati è rigorosamente regolato per garantire il massimo rispetto della riservatezza dei dati dei cittadini. Solo chi ha ruoli e responsabilità specifiche può accedere alle informazioni, nel pieno rispetto della normativa sulla protezione dei dati personali.

 

Sottosegretario, recentemente lei ha parlato di un vero e proprio “Big Bang di innovazione” in oncologia. Cosa sta succedendo nel settore medico e nella ricerca oncologica?

Il settore oncologico sta vivendo un vero “Big Bang di innovazione” grazie alla sinergia tra ricerca, tecnologia e digitalizzazione. Ad esempio, l’intelligenza artificiale consente oggi di identificare precocemente tumori aggressivi attraverso l’analisi di immagini diagnostiche, permettendo di definire profili di rischio personalizzati per ogni paziente. Questo si traduce in terapie mirate e monitoraggio a distanza tramite piattaforme digitali, che riducono i ricoveri e migliorano la qualità della vita.

Fascicolo sanitario elettronico (Fse 2.0), la telemedicina, l’intelligenza artificiale (AI), come siamo messi con questi pilastri della sanità digitale in Italia?

L’FSE è la pietra angolare della digitalizzazione sanitaria e oggi abbiamo oltre il 90% della popolazione che ha un FSE attivo e una diffusione capillare nelle strutture sanitarie. Stiamo procedendo rapidamente, in linea con gli obiettivi e nella piena convinzione che diventerà uno strumento sempre più importante per medici e cittadini. La telemedicina ha conosciuto una crescita esponenziale, con migliaia di prestazioni erogate quotidianamente e una diffusione ormai stabile soprattutto nelle regioni più vulnerabili. Sul fronte dell’intelligenza artificiale, l’Italia sta avviando progetti sperimentali e interregionali, in particolare per supportare diagnosi precoci, gestione delle liste di attesa e programmazione sanitaria, con l’obiettivo di integrare progressivamente l’AI nei processi clinici e organizzativi. Nel complesso, il lavoro del Governo, svolto in sinergia con le Regioni, ha ricevuto un riconoscimento UE nell’ultimo Digital Decade Report, dove l’Italia ha superato la media europea nel parametro sanità digitale (passando dal 71% all’84%).

Il Governo è impegnato con le risorse del Pnrr per connettere gli ospedali del paese e punta sulla condivisione delle buone pratiche regionali per promuovere un miglioramento dei LEA e delle procedure digitali del mondo sanitario a livello nazionale. Mi può spiegare meglio come la sanità digitale può aiutare sui Lea e sulle liste di attesa, nota dolente del SSN?

Grazie al Piano Sanità Connessa, abbiamo portato internet veloce in più di 6.000 strutture sanitarie in appena due anni, in linea con gli obiettivi PNRR e con un avanzamento costante verso l’obiettivo di copertura totale entro il 2026. Questo consente una connettività stabile e veloce che è la base imprescindibile per abilitare servizi digitali avanzati e contribuire a migliorare i LEA. Stiamo conducendo una sperimentazione importante in Lombardia per ridurre le liste d’attesa attraverso l’utilizzo di App IO, che sta già producendo risultati significativi. A breve partirà un nuovo progetto interregionale, con la Liguria come capofila, che impiega l’intelligenza artificiale per ottimizzare ulteriormente la gestione delle prenotazioni e delle risorse sanitarie. I risultati ottenuti in Lombardia sono particolarmente rilevanti e rappresentano un modello replicabile, soprattutto nelle regioni che affrontano maggiori difficoltà organizzative.

La vera sfida pare ora quella di creare un ecosistema nazionale dell'innovazione sanitaria: occorre però anche istruire sull'utilizzo della tecnologia il personale medico. Il governo e le regioni come stanno agendo su questo fronte?

Il Governo, in collaborazione con le Regioni, ha destinato oltre 300 milioni di euro per promuovere programmi di aggiornamento e formazione digitale rivolti a tutte le figure professionali della sanità. Questi finanziamenti, provenienti dal PNRR, sono fondamentali per sviluppare competenze sull’uso consapevole e sicuro delle nuove tecnologie, inclusa l’IA. L’obiettivo è garantire che l’innovazione non sia solo tecnologica, ma anche culturale. Il personale sanitario deve essere in grado di sfruttare appieno le potenzialità digitali a beneficio dei pazienti e dell’intero sistema.

Due settimane fa, lei ha incontrato la vicepresidente esecutiva e Commissaria europea per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, Henna Virkkunen. che ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dal governo. Un grande soddisfazione per voi e per il governo. Ma in Europa rispetto a Stati Uniti, Cina ed India, siamo ancora molto indietro. Lei pensa che si possa fare ancora di più e che il nostro paese possa diventare un paese guida in Europa in questo campo?

L’incontro con la Commissaria europea Henna Virkkunen e il riconoscimento del lavoro svolto dal nostro Governo rappresentano un importante segnale di apprezzamento e incoraggiamento per le politiche di digitalizzazione che stiamo portando avanti. Sicuramente altri paesi hanno un vantaggio rispetto a quelli europei in termini di investimenti e adozione tecnologica. Tuttavia, sono convinto che l’UE e l’Italia abbiano tutte le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista nel contesto globale. Anzi, in diversi ambiti l’Italia è già ora un Paese guida, basti pensare all’identità digitale e al lavoro che stiamo facendo per un cloud federato che garantisca la sovranità tecnologica europea.