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Politica
Sardegna, Truzzu candidato sbagliato. Aveva ragione Salvini a volere Solinas
Paolo Truzzu e Christian Solinas

Sardegna, Truzzu candidato sbagliato

Qualcosa si è inceppato nel motore del centro-destra e i numeri indicano che si tratta del candidato e cioè Paolo Truzzu al posto del governatore uscente Christian Solinas. Non ci addentriamo nella giungla dei numeri e ne diamo uno solo: Truzzu ha raccolto (1.822 sezioni su 1.844, a proposito complimenti per l’indecoroso spettacolo del ritardo) 327.000 voti (45%) contro i 333.000 del centro-destra (49%). Come mai? È l’effetto di un marchingegno tutto italiano frutto del machiavellismo che permette a volte il cosiddetto “voto disgiunto” e cioè si può votare una lista opposta a quella del candidato governatore.

La differenza del 4%, pari a circa 6.000 voti spiega quello che è successo. In pratica gli elettori di centro-destra hanno votato la coalizione ma non il suo candidato governatore bocciando gli accordi tra i partiti. Una spiegazione possibile è che alcuni sostenitori della Lega e del Psd’Az non abbiamo votato alla fine per il candidato governatore del centro-destra. Ricordiamo infatti che il Psd’Az è un partito fortemente identitario. Ma su questo Salvini non ha ovviamente colpe perché ha fatto una campagna elettorale prolungata e generosa ed è stato l’ultimo a lasciare la Sardegna.

Sardegna, aveva ragione Salvini a volere Solinas

Si ricorderà che il candidato di Salvini era Solinas e non Truzzu imposto da Fratelli d’Italia. Aveva ragione quindi Salvini ma ormai è troppo tardi e la Sardegna è persa, seppur per una manciata di voti. Oltretutto Truzzu ha perso clamorosamente, 34% contro 53%, proprio a Cagliari, dove è sindaco ed ha dichiarato: “Cagliari ha votato contro di me. Mia la responsabilità della sconfitta”. Quindi non si tratta di una sconfitta strutturale ma piuttosto tattica che però suona come un primo campanello d’allarme: gli elettori di centro-destra non amano le divisioni, mentre si avvicina il voto sulla divisiva Basilicata del 21 aprile, preceduto da quello in Abruzzo del 10 marzo. La sconfitta di ieri porta a riflettere anche sul caso Zaia in Veneto e sulla questione del terzo mandato dove c’è stato un pericoloso colpo di mano di FdI.

Europee 2024 con l'incognita Zelensky

E in vista delle Europee c’è un’altra considerazione da fare e riguarda il lungo – termine e cioè l’adesione incondizionata all’atlantismo della Ue e degli Usa sulla guerra in Ucraina. Zelensky non è affatto amato nel centro-destra italiano (ma anche europeo). La Meloni ha dovuto per forza supportarlo perché era la condizione per governare con il beneplacito di Washington e Bruxelles ma in vista delle elezioni occorre forse fare un ragionamento più realistico anche e soprattutto alla luce della probabile vittoria di Donald Trump, amico di Putin, che ha già detto che non spenderà un solo dollaro per finanziare la difesa dell’Europa.

Oltretutto Trump è da sempre ideologicamente nella stessa area di Salvini e –una volta di Meloni. Se Cagliari è stata quindi una sconfitta tattica Bruxelles potrebbe essere strategica, ma il sistema elettorale europeo è un proporzionale puro e per questo c’è l’occasione per la Lega di smarcarsi dai temi atlantici, cosa che del resto sta già saggiamente facendo.

Leggi anche - Sardegna, "Meloni cade dopo le Europee. Stop governi tecnici, si va al voto".  Massimo Cacciari commenta con Affaritaliani.it l'esito delle Regionali in Sardegna






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