Politica
Caso Santanchè, Schlein a rimorchio di Conte. Il Pd perde la sua identità

Gaffe della segretaria Dem sulla sfiducia a Santanchè
Ennesima figuraccia di Elly
Elly Schlein si sta dimostrando sostanzialmente incapace di guidare il più grande partito di opposizione, erede del PCI e della sinistra DC.
La sua elezione a segretaria del PD si sta sempre più dimostrando un azzardo, un salto nel buio, un atto inconsulto frutto più di quelle pazzie ricorrenti che colgono i democratici che un’analisi seria e ponderata, frutto di una strategia politica.
Non dimentichiamoci poi che le “primarie aperte” che l’hanno incoronata vincitrice sono frutto delle truppe cammellate o semi - cammellate dei Cinque Stelle e non certo o non solo del PD.
Da allora –si era nel febbraio di quest’anno-la Schlein ha inanellato solo sconfitte.
Ma non si tratta solo di un mero computo per così dire numerico, fatto giocherellando con il pallottoliere, ma si tratta piuttosto di una mancanza del tutto evidente di un preciso programma politico, programma inteso non solo come lista delle “cose da fare” ma proprio inteso come strategia fatta di obiettivi e di tempi per raggiungerli.
Nel PD pare che si navighi a vista cercando di evitare gli scogli ma –parafrasando una sua battuta- pare che questi scogli lei “non li abbia visti arrivare”, tanto che il suo partito li ha colti tutti, con sistematica imperizia e micidiale consequenzialità.
La Schlein, inoltre, è un corpo estraneo all’ideologia, se ancora si può utilizzare questo termine desueto- del Partito Democratico. Le sue battaglie non sono quelle della sinistra. Si tratta di battaglie sui diritti civili, roba da Radicali ed in ispecie di Marco Pannella la cui figura, anche fisicamente, dista migliaia di anni luce da quella della piccola e confusionaria svizzero-americana-italiana.