Politica
Terremoto nel Pd, riformisti in rivolta: "Siamo alternativi a Elly Schlein"

I riformisti del Partito Democratico prendono carta e penna e attaccano la nuova segreteria Elly Schlein: ecco cosa è successo
"Abbiamo questo diritto, perché la nostra cultura politica (espressione, al pari di quella di cui Schlein è portatrice, di quelle 'grandi tradizioni che, consapevoli della loro inadeguatezza, da sole, a costituire un nuovo quadro politico di riferimento per la società italiana', confluiscono nel Pd), è essenziale per comporre quella ideologia democratica che nel nostro tempo sta sprigionando - da Hong Kong all'Iran, dalla Cina all'Ucraina - la sua straordinaria forza emancipatrice", scrivono. "Rendere visibile ed efficace la presenza riformista nel Pd è soprattutto un dovere - aggiungono - Innanzitutto perché questa presenza è in grado di migliorare le performance del partito nella gestione dell'agenda politica, condizionando la Segretaria e la sua maggioranza sulle scelte fondamentali, grazie a concrete proposte di iniziativa politica".
"Quando invece Schlein sembra tentata - in tema di riforme istituzionali - dal rifugiarsi nell'Aventino, con il fallace argomento che non si tratterebbe di questione prioritaria nell'agenda del Paese, tocca a noi riformisti un'aperta contestazione di una scelta che - contraddicendo una delle architravi della piattaforma del Pd e, prima ancora, dell'Ulivo del 1996 - finirebbe per trasferire gratuitamente alla destra un patrimonio di riformismo istituzionale costitutivo dell'identità stessa del Partito Democratico", aggiungono.
"Il timore di non riuscire a modificare l'orientamento di Schlein non può tuttavia indurci al silenzio rassegnato della fase post-congressuale: c'è una larga parte dell'elettorato di centrosinistra che ha bisogno di un riferimento solido, e oggi non lo trova. I riformisti del Pd, con una visibile battaglia delle idee all'interno del partito, possono fornirglielo. È molto probabile che non si tratterà di una battaglia breve, accompagnata da risultati immediati. Anche per questo, è indispensabile che cominci subito, prima dell'estate, promuovendo un'occasione di confronto, aperto anche all'esterno del partito, per discutere, aggiornare e rilanciare un'ambiziosa agenda riformista", concludono Ceccanti, Morando e Tonini.