"Operazione chiusa", assicurano fonti della maggioranza. I responsabili/costruttori pronti a sostituire Italia Viva a Palazzo Madama ci sono e si paleseranno martedì nella votazione di fiducia al Senato. Stando sempre a quanto trapela da M5S e Pd, il nucleo principale sarebbe quello dell'Udc, sotto pressione da più parti (anche da ambienti cattolici) nonostante il segretario centrista Lorenzo Cesa continui a partecipare ai vertici di Centrodestra con Matteo Salvini e Giorgia Meloni. In questo, almeno indirettamente, anche Forza Italia "metterebbe il becco" nell'esecutivo. Ma oltre alle rose ci sono anche le spine. Il premier, infatti, per assicurarsi i voti di Udc e Socialisti dovrebbe assegnare ai due micro-partiti un ministero a testa, proprio quelli lasciati liberi dalle renziane Teresa Bellenova ed Elena Bonetti. Ma 5 Stelle e Dem non gradiscono affatto. "Già Iv era un partitino e aveva due ministeri, adesso dobbiamo dare due dicasteri a due forze politiche che non arrivano nemmeno allo 0,5%?", è il ragionamento che fanno nei due principali partiti della maggioranza. Altra spina per il presidente del Consiglio riguarda la compagine governativa. M5S e Pd vorrebbero approfittare della situazione per un profondo cambiamento della squadra, attraverso una crisi lampo, per far entrare i Dem Andrea Marcucci, Graziano Delrio e Andrea Orlando, e i grillini Stefano Buffagni, Giancarlo Cancelleri e Carla Ruocco. Il problema è che Conte non vuole né la crisi né le dimissioni e punta, una volta ottenuta la fiducia in entrambi i rami del Parlamento, a sostituire le ministre renziane con esponenti Udc e dei Socialisti per andare avanti senza scossoni particolari. Infine, si segnala che nei gruppo parlamentari del Movimento sono in molti a considerare "nessuno intoccabile". Tra le righe, spiegano fonti qualificate, un attacco soprattutto a Vito Crimi e ad Alfonso Bonafede.
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