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Australian Open, respinto il ricorso di Djokovic. "Deluso dalla sentenza"
Novak Djokovic (Lapresse)

Confermata la cancellazione del visto di Djokovic

Niente da fare per gli Australian Open: Novak Djokovic sarà espulso dal Paese. La Corte federale ha respinto il ricorso del tennista numero uno al mondo, confermando la cancellazione del visto. Il campione serbo ha perso l'appello contro la decisione del ministro dell'Immigrazione Hawke.

La decisione del tribunale è arrivata all'unanimità, con tutti i tre giudici che si sono espressi contrari al ricorso. Djokovic quindi non potrà partecipare a uno dei principali tornei mondiali del circuito del Grande Slam e che si aprono domani. Il campione serbo è stato anche condannato a pagare le spese processuali.

La decisione del governo per il rischio che la presenza di Djokovic in Australia potesse alimentare sentimenti no-vax

La decisione del governo si basa sul rischio che la sua presenza in Australia potesse alimentare sentimenti no-vax. Gli avvocati del ministro hanno affermato di aver chiaramente considerato l'impatto dell'espulsione di Djokovic sull'opinione pubblica, ma che il governo ha deciso che la sua presenza nel Paese era troppo rischiosa, perché le sue opinioni anti-vaccinazione ne hanno fatto una "icona" per i gruppi no-vax. Hanno anche affermato che l'Australia non deve "essere obbligata a subire" la presenza di una persona per paura di cosa accadrebbe se fosse cacciata.

Il commento del primo ministro australiano Scott Morrison

Dal canto suo, il governo australiano si è detto soddisfatto della decisione. "Accolgo con favore la decisione di mantenere forti i nostri confini e proteggere gli australiani", ha detto il premier Scott Morrison. "Questa decisione e' stata presa per motivi di salute, sicurezza e buon ordine, in quanto cio' era nell'interesse pubblico. Gli australiani hanno fatto molti sacrifici durante questa pandemia e giustamente si aspettano che il risultato di quei sacrifici venga protetto", ha aggiunto

Le accuse degli avvocati di Djokovic al governo australiano

Durante l'udienza gli avvocati del tennista serbo hanno accusato il governo di aver commesso errori "elementari" nel fare portare come prove articoli della stampa internazionale per collegare Djokovic ai gruppi anti-vaccinazione in Australia. Djokovic accusa il governo australiano di non avergli chiesto quali fossero le sue attuali opinioni sulla vaccinazione.

In risposta, il governo ha detto che era improbabile che Djokovic avrebbe detto loro qualcosa di nuovo. Djokovic ha detto che non ci sono prove che avesse suscitato sentimenti no-vax in nessuno degli altri tornei di tennis a cui ha partecipato da quando è cominciata la campagna di vaccinazione. I suoi avvocati hanno affermato che il governo non è riuscito a raccogliere alcuna prova al riguardo, nonostante fossero facilmente rintracciabili.

Il presidente della Corte Suprema James Allsop ha obiettato che il ministro ha il diritto di fare affidamento sul suo buon senso, e al momento della sentenza ha annunciato che la corte ha respinto all'unanimità la domanda di Djokovic. Le motivazioni complete saranno pubblicate in un secondo momento.

(Segue: ripescato il tennista italiano Salvatore Caruso. Le parole di Djokovic)

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