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Sport
Juve: "Plusvalenze su carta del formaggio. Dopo Paratici è cambiato poco"

Juve, il ministro Abodi parla di Serie B e le nuove chat non aiutano

L'inchiesta per false plusvalenze e bilanci gonfiati che ha travolto la Juventus e portato all'iscrizione nel registro degli indagati di 13 persone, compreso l'ormai ex presidente Andrea Agnelli, è in continua evoluzione. Emergono - si legge sul Corriere della Sera - nuove intercettazioni tra i dirigenti del club bianconero che evidenziano come le difficoltà economiche del club fossero ben note ai vertici della società. Il direttore Stefano Cerrato, parlando con il collega Stefano Bertola: "Non c’è un processo documentale, non c’è un pezzo di carta di cui noi possiamo avvalerci, strutturati e spendibili, no? Poi ci potrebbero essere i pezzi degli appunti su pezzi di carta del formaggio, ma che io mi guarderei bene dal produrre, no?".

Poi la conversazione - prosegue il Corriere - entra ancora più nel vivo e il direttore parla in modo chiaro: "Non abbiamo delle evidenze documentali da allegare". La Consob intanto bollava il bilancio 2021 come "non conforme". L’addio del boss dell’area tecnica Fabio Paratici pare non avesse migliorato le cose, chiosava Cesare Gabasio, capo dell’ufficio legale: "Non è che il nuovo regime abbia cambiato le abitudini no?". Di quello che  potrebbe capitare alla Juve, ha parlato Andrea Abodi, ministro dello Sport. "La cosa bella dello sport è che si può morire e rinascere. È successo a tante squadre, il Napoli, il Palermo e alla Juventus stessa, che è andata in Serie B".

Per Il Domani, l’intercettazione simbolo del caos interno e delle guerre latenti tra dirigenti e società è un’altra. Una telefonata tra Paratici e Lica Percassi, patron dell’Atalanta. Riguardo al presidente Agnelli, Paratici dice: “Non gliene frega niente, perché fanno la ricapitalizzazione. Quello che lui non deve far vedere adesso non è che lui butta via soldi, una questione di immagine non di soldi…stan facendo una ricapitalizzazione da 400 milioni…è già accordata, è già fatta…L’unica cosa, la società visto che vi diamo 400 milioni comandiamo noi, quindi amministrazione controllata, quindi lui non deve far vedere che da soldi, che butta via soldi”. Aggiunge ancora il quotidiano: “In pratica Paratici dice che l’iniezione di capitale ha una funzione anche strategica: limitare il potere del presidente Agnelli e del suo gruppo”.

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