Immigrati, la Slovacchia ricorre alla Corte Ue contro le quote - Affaritaliani.it

Affari Europei

Immigrati, la Slovacchia ricorre alla Corte Ue contro le quote

La Slovacchia ha deciso di ricorrere alla Corte di Giustizia di Lussemburgo contro il piano del Consiglio Europeo di redistribuire 160mila migranti. Lo ha reso noto il premier slovaccco Robert Fico. "Chiediamo alla Corte - ha proseguito Fico - di annullare e invalidare questa decisione". La Corte Europea di Giustizia giudica su come le leggi europe vengono interpretate. Robert Fico fa parte del Pse. Il capogruppo degli eurodeputati socialisti, Gianni Pittella, ritiene "inaccettabile" la decisione del premier slovacco di ricorrere contro la ricollocazione dei migranti.

Il governo di Fico non si è fatto intenerire dal discorso che negli scorsi giorni Papa Francesco ha consegnato ai vescovi della Conferenza episcopale slovacca, in occasione della visita 'ad Limina Apostolorum'. "E' auspicabile - ha osservato Francesco - che il popolo slovacco mantenga la sua identita' culturale e il patrimonio di valori etici e spirituali, fortemente legato alla sua tradizione cattolica. Cosi' - ha sottolineato il Pontefice - potrà aprirsi senza timori al confronto nel più ampio orizzonte continentale e mondiale, contribuendo a un sincero e fruttuoso dialogo, anche su tematiche di vitale importanza quali la dignita' della vita umana e la funzione essenziale della famiglia".

Nel frattempo la Grecia è sotto la pressione dei partner Ue per la sua gestione dei migranti, che secondo le accuse degli altri paesi, soprattutti quelli destinatari del flusso proveniente dalla "rotta balcanica", vengono lasciati passare e anzi accompagnati alla frontiera con la Macedonia, anziché identificati e registrati al loro arrivo nelle isole per poi decidere se possono essere "ricollocati" in un paese Ue perché hanno diritto all'asilo o rimpatriati. Negli ultimi giorni si è anche ventilata la possibilità di escludere la Grecia dallo spazio Schengen proprio perché non garantisce la protezione delle frontiere dell'area: ma, come riferisce una fonte diplomatica, si tratta piu' che altro di un modo di mettere ulteriore pressione alle autorità di Atene. Un metodo che avrebbe funzionato se e' vero, come spiega la fonte, che negli ultimi giorni sono state avviate quelle azioni che i partner chiedevano.