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Affari Europei
Ue, Sardone: "E' ora che l'Europa torni ad ascoltare la gente"
SCHIAFFO 1 - Silvia Sardone, campionessa di preferenze. Sta per essere candidata alle europee con la Lega. Ma un insieme di stupidi cerca di sbarrarle la strada. E la prende a schiaffi. Peccato, perché lei i voti, a differenza dei suoi detrattori, ce li ha. Eccome.

Consigliera di zona a Milano, poi consigliera comunale ed infine regionale. La militanza di Silvia Sardone in Forza Italia é durata 19 anni, fino a quando ha deciso di lasciare il partito fondato da Silvio Berlusconi per aderire alle Lega di Matteo Salvini, che la candida alle Europee 2019. A maggio l'elezione con 45mila preferenze e il trasloco a Bruxelles. Dall'amministrazione locale ai grandi temi della politica europea.

“Il mio obiettivo é quello di essere la voce delle imprese del territorio qui a Bruxelles. E proprio per difendere il tessuto produttivo ho deciso di entrare in due commissioni dal mio punto di vista strategiche”, spiega Sardone ad Affaritaliani.it. “Una é quella del Mercato Interno, nella quale mi batterò per la difesa del Made in Italy. E l'altra é quella Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare, da cui passeranno dossier fondamentali e che gestirà la transizione verso una economia verde”.

La Lega al Parlamento europeo é all'opposizione e nella scorsa legislatura é stata ghettizzata, percepita come una minaccia per il futuro stesso dell'Unione. Oggi i ventotto eurodeputati che avete portato a Bruxelles sono considerati come un interlocutore?

“L'impressione che ho avuto é che tutto sia deciso da alcuni gruppi politici, popolari e socialisti in primis, e che la volontà sia di isolare noi sovranisti da ogni tipo di decisione. Non si rendono conto che chiudersi nei palazzi senza ascoltare la gente che ci ha eletto non può portare da nessuna parte. Lo vediamo con gli emendamenti che presentiamo”.

In che senso?

“Come politico sono stata tante volte all'opposizione ma non mi é mai capitato che i partiti al governo non prendessero neppure in considerazione gli emendamenti della minoranza. Qui invece ho la percezione che qualunque contributo arrivi dalla Lega o dal nostro gruppo, Identità e Democrazia, venga cestinato a prescindere”.

L'Europa rimane a trazione franco-tedesca?

“Il potere di Berlino e Parigi é palpabile non solo perché plasma alcune politiche, come quella economica o dell'immigrazione, ma arriva fin dentro gli uffici del Parlamento. Riescono ad indirizzare le singole direttive a loro uso e consumo, a discapito degli altri paesi”.

Ci può fare un esempio?

“Lo vediamo con la plastica monouso. Una direttiva Ue ha messo al bando piatti e posate di plastica, ma non i bicchieri che guarda caso sono maggiormente prodotti in Francia. Mentre i piatti e le posate in Italia e in Spagna”.

Lei ha militato per quasi venti anni in Forza Italia e adesso é nella Lega. Come legge il periodo di transizione che sta vivendo il Centrodestra?

“Salvini é l'incarnazione del Centrodestra. Ha una visione politica chiara, sa ascoltare la gente ed é in grado di dialogare con tutti gli altri leader del Centrodestra. É chiaro che in considerazione del consenso che ha tra i cittadini é lui il primo interlocutore e quello con cui gli altri si devono sedere al tavolo”.

Il Centrodestra tornerà unito?

“Me lo auguro. In Lombardia governiamo insieme da anni. Per me é una cosa naturale, certo se Forza Italia dovesse iniziare a sostenere le politiche di Zingaretti... uscirebbe da solo dal Centrodestra”.

Ha fatto male Berlusconi a non partecipare alla manifestazione indetta da FdI a Roma in concomitanza con il giuramento del governo Conte II?

“Credo che stare in mezzo alla gente sia sempre giusto. Berlusconi é un leader che ha sempre saputo ascoltare le persone ed é la cosa che mi piaceva di lui. Credo che non aver partecipato sia stato uno scivolone”.

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