Inps, il DG Caridi a rischio. Tridico denuncia ingerenze politiche, ma ne fu il primo beneficiario

L'ottimo andamento ripristinato dal Dg Vincenzo Caridi potrebbe venir presto interrotto...

di Redazione Economia
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Tempi duri per l'Inps, a rischio il Direttore generale Vincenzo Caridi

Tempi duri per l’INPS, il più grande Istituto Previdenziale d’Europa. Una tempesta di polemiche vi si è abbattuta sopra, dopo la notizia del commissariamento deciso dal Governo. La decisione ha avuto strascichi e code velenose con il Presidente Pasquale Tridico che, nonostante il suo mandato sia già scaduto in questo mese, agita fantasmi di strane congiure ordite ai suoi danni.

Intanto, secondo quanto scrive Repubblica, per la guida dell'Inps il governo starebbe pensando a Maurizio Castro, classe 1954, friulano di Cavasso Nuovo (Pordenone). Già direttore generale di Inail dal 2004 al 2007, poi senatore del Pdl nella XVI legislatura, dal 2008 al 2013 (governo Berlusconi IV e governo Monti). Castro sorpassa Mauro Nori, attuale capo di gabinetto della ministra del Lavoro Marina Calderone, considerato fino a pochi giorni fa in pole per la guida dell'Istituto.

Ma, tornando ai fantasmi di Tridico, è successo né più e né meno quello che quattro anni fa hanno fatto Pd e 5 Stelle con la sua stessa regia, quando, con l’insediamento del governo Conte 2, hanno ritenuto opportuno decapitare il Cda della componente leghista individuata dal Conte 1, per “colorare” a proprio piacimento il Cda dell’Istituto. Così, nel confermare Tridico a capo della pattuglia grillina, hanno rimandato a casa il vice presidente Adriano Morrone (in quota Lega, su cui poi accese un faro la Corte dei Conti) affidando il ruolo di vice alla piddina Maria Luisa Gnecchi.

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Spoil System allo stato puro che Tridico fa finta di non conoscere e sbraita su lesa maestà, barbarie del diritto, straparla di “politicizzare il cda dell’Inps che deve restare autonomo dalla politica”. Tutte affermazioni sottoscrivibili solo che predica bene ma ha razzolato malissimo.

Così, dopo il nuovo iter di nomine dei consiglieri, ad aprile 2020 entra in carica il Cda giallorosso. Nel frattempo, il presidente Tridico ha avuto la possibilità di fare in beata solitudine la più ampia e capillare riorganizzazione degli ultimi anni, modellando le Direzioni a sua immagine e somiglianza. Quelle Direzioni che hanno gestito “allegramente” l’erogazione del Reddito di Cittadinanza e la distribuzione a pioggia di sussidi, stabilendo record su record di controlli ex post (cioè mancati controlli...). E come riprova basta guardare la mappa del voto grillino a settembre 2023 e la mappa dei fruitori di Reddito di Cittadinanza. In pratica, sono identiche, si possono tranquillamente sovrapporre.

Ma quella riorganizzazione è stata fortunatamente modificata dal nuovo Dg Vincenzo Caridi, nominato a inizio 2022 e che, dopo un anno, ha rimesso in sesto la struttura dell’istituto. E i risultati si sono subito visti, considerato che i controlli sull’erogazione dei sussidi sono di colpo diventati ex ante. Tra questi e la nuova linea politica del Ministero del Lavoro si sono subito avuti risultati tangibili, concretizzati da una drastica contrazione del numero dei percettori del reddito di cittadinanza. E questo perché l’inversione di tendenza operata in sintonia da Ministero e Inps ha dissuaso molti “borderline” a rinunciare.

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Non solo. Inps sta allestendo la piattaforma necessaria per dare vita alle previsioni in materia di Politiche Attive del decreto 48, che norma e definisce il nuovo assegno d’inclusione. Ma questo ottimo asse potrebbe essere interrotto. Secondo rumor provenienti da Palazzo Chigi la figura del direttore generale dovrebbe essere sostituita, senza che se ne comprendano i motivi. Qualcuno sostiene che dietro questa decisione ci sia Fabio Vitale, attuale presidente di Agea (società del Ministero dell’agricoltura di Francesco Lollobrigida, la vera cassaforte operativa), in passato dirigente Inps che fece luce su alcuni scandali e che per questo venne spostato nella direzione generale umbra prima di venire chiamato dal ministro Lollobrigida alla guida di Agea.

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Ma ci sarebbe un problema: pare che in Fratelli d’Italia abbiano posto il veto al suo ritorno nell’Istituto di previdenza, per evitare possibili e ulteriori polemiche che farebbero seguito a quelle per la cacciata di Tridico. Si vedrà, insomma. Quello che è certo è che intorno all’Inps si addensano nubi nere.

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