Così senza perifrasi e senza nemmeno l'ombra di una possibile problematizzazione critica, scrive il rotocalco turbomondialista "La Repubblica": "Allarme banche: Italia partecipi di più a Unione Europea, da nazionalismo rischio Argentina". Come se tutto ciò fosse normale. Come se fosse fisiologico e naturale il fatto che le banche dettino l'agenda alla politica, decretando cosa lo Stato deve o non deve fare. Le banche spingono per rendere l'Italia ancora più euroinomane, ancora più vincolata alla presa mortifera del sistema euro. Insomma, spingono per farci precipitare nell'abisso.
LA REPLICA DELL'ABI Gentile Direttore, in relazione al pezzo odierno di Diego Fusaro “Le banche vogliono spingere l’Italia nell’abisso e Repubblica sposa la linea” chiediamo cortese richiesta di replica. Il Presidente Patuelli nella sua relazione all’Assemblea annuale dell’ABI, svoltasi ieri, ha proposto un concetto che in questi anni ha più volte espresso con forza, sia in precedenti relazioni - a partire dalla sua prima relazione annuale del 2013 - sia nel suo volume “Nuova Europa o Neonazionalismo” pubblicato nel 2015 (editore Rubettino). Una maggiore partecipazione dell’Italia alle decisioni dell’Unione Europea, anche con un portafoglio economico nella prossima Commissione Europea, permetterebbe di evitare di scivolare verso neonazionalismi o verso peronismi sudamericani, creando le condizioni per una adeguata gestione dell’elevatissimo debito pubblico italiano, a tutela prima di tutto di lavoratori e risparmiatori. Tale concetto è stato, tra l’altro, affermato nella stessa giornata di ieri, sempre in occasione dell’Assemblea dell’ABI, dal Ministro dell’Economia e delle Finanza, Giovanni Tria: “Voglio anche sottolineare che i nostri obiettivi di consolidamento della finanza pubblica non derivano principalmente dagli impegni europei, pur importanti e che l’Italia ha sottoscritto e quindi si è impegnata a rispettare, ma dalla necessità che abbiamo di mantenere e rafforzare la fiducia degli investitori internazionali, e direi anche nazionali, nei confronti dell’economia italiana e della nostra stabilità finanziaria. Le vicende ultime che hanno riguardato le oscillazioni dello spread lo dimostrano.” Ringraziando dell’attenzione, si porgono distinti saluti. Gianfranco Torriero Vice Direttore Generale ABI
LA RISPOSTA DI DIEGO FUSARO Il Presidente Patuelli dell'Assocazione bancaria italiana, nella sua relazione annuale svoltasi l'altro ieri, ha meglio chiarito la posizione degli enti bancari italiani: una maggiore partecipazione dell’Italia alle decisioni dell’Unione Europea. Non dunque un'Italia in ginocchio dinanzi ai potentati dell'Unione Europea. Se l'idea è quella di un maggior rilievo dell'Italia e di politiche in difesa del popolo e del mondo del lavoro, ben venga. Splendido nella teoria, pare tuttavia arduo nella pratica. Le tendenze in atto paiono decisamente altre. Ad ogni modo, lo scopriremo solo vivendo. |
Diego Fusaro (Torino 1983) insegna storia della filosofia presso lo IASSP di Milano (Istituto Alti Studi Strategici e Politici) ed è fondatore dell'associazione Interesse Nazionale (www.interessenazionale.net). Tra i suoi libri più fortunati, "Bentornato Marx!" (Bompiani 2009), "Il futuro è nostro" (Bompiani 2009), "Pensare altrimenti" (Einaudi 2017).