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Lo sguardo libero
Il "Prima i più deboli" di Di Maio stride col "Prima gli italiani" di Salvini

Al Prima gli italiani del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, che vuole cambiare la politica dell’immigrazione dell’Italia, non corrisponde un ll lavoro agli italiani dell’altro vicepremier Luigi Di Maio, ministro dello Sviluppo economico del governo di Giuseppe Conte. Per Di Maio vale un Prima i più deboli (parole sue) e uno dei punti del programma giallo-blu (lato 5Stelle) è il reddito di cittadinanza.

Se a quest’ultimo proposito si aggiungono l’abolizione dei voucher e le restrizioni ai contratti a tempo determinato, è evidente che il lavoro, in un’ottica liberale, è disincentivato e che l’economia complessiva, che a sua volta determina altro lavoro, non cresce. La soluzione secondo il programma di governo sarebbe il taglio delle tasse, ma l’Italia non è per esempio gli Usa dove c’è una spiccata attitudine imprenditoriale, meno burocrazia, la mafia non zavorra l’economia e le tasse si pagano.  Soprattutto l’Italia fa parte dell’Ue, che prevede vincoli di bilancio… per cui vedremo come avverrà questa riduzione delle tasse.

Più coerente e congruente il Make America great again del presidente Usa  Donald Trump che include  i due elementi: lotta all’immigrazione clandestina e lavoro agli americani, ponendo dazi sui prodotti esteri e persino riaprendo le fabbriche di carbone, sacrificando la salute del pianeta e la crescita economica globale. Invece alcuni ambienti M5S vorrebbero chiudere del tutto l’Ilva di Taranto. Insomma i provvedimenti del governo 5Stelle-Lega non sono collocati in un contesto chiaro   – liberale o statalista – cosicché le decisioni prese rischiano di indebolirsi tra di loro anziché rinforzarsi.

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