Weinstein, Asia Argento: regista italiano a 16 anni mi molestò
Asia Argento, non solo Weinstein: "Regista italiano mi molestò a 16 anni"
"#quellavoltache un regista/attore italiano tirò fuori il suo pene quando avevo 16 anni nella sue roulotte mentre parlavamo del "personaggio"". Lo ha scritto ieri sera Asia Argento su twitter rispondendo alla catena di solidarietà dell'hastag #quellavoltache, in seguito alla sua denuncia di essere stata violentata dal produttore Usa Weinstein. Lo ripete Asia Argento, "questo è il momento di parlare non di minimizzare".
Weinstein: Asia Argento, mangiata dall'orco e tradita dalle donne
"Perche' non ho denunciato prima? Tenevo troppo alla mia carriera" e "Harvey Weinstein era il terzo uomo piu' potente di Hollywood". Cosi' Asia Argento torna, dalle pagine de La Stampa, sulle accuse al produttore cinematografico di averla violenta; e rivela che gli stupri furono due. Poi aggiunge che la cosa che l'ha piu' ferita, dopo la sua denuncia, sono state "le accuse delle donne italiane, la criminalizzazione delle vittime delle violenze". "Non ho ricevuto nessuna critica per il mio comportamento in nessun altro Paese. Ci sono amici che mi mandano articoli usciti in tutto il mondo, in cui nessuno si permette di fare 'victim blaming', colpevolizzare le vittime. Nessuno all'estero. E guardi invece che cosa stanno facendo in Italia contro noi vittime".
Weinstein, Bongiorno: Asia Argento? Situazione italiana scandalosa
"La situazione italiana e' scandalosa". Lo sostiene Giulia Bongiorno, avvocato ed ex deputata, che si indigna per l'ondata di critiche piovute su Asia Argento 'rea' di aver denunciato solo dopo molti anni la violenza sessuale da parte Harvey Weinstein, l'oramai ex potente produttore cinematografico protagonista del caso di molestie sessuali che sta sconvolgendo Hollywood. "Quello che sta accadendo in Italia - spiega la Bongiorno a Sky Tg24 - documenta un modo di pensare preoccupante. Asia - premette - non mi fa per nulla simpatia anzi alcune sue provocazioni mi infastidiscono ma ora - sottolinea - e' giudicata per il suo modo di essere e non per quello che e' accaduto. Esiste un documento di un suo malessere all'epoca dei fatti della violenza subita. Questo significa che visse con malessere quell'esperienza. Il fatto che non presento' denuncia non vuol dire poterla imputare di una qualsiasi colpevolezza. La linea di confine e' l'autoderminazione della donna: se una donna fa sesso e si concede per uno scopo, un tornaconto c'e' il reato di prostituzione, se lo subisce non e' debolezza ma violenza sessuale".
Quindi l'invito della Bongiorno "a tutte le donne e' di denunciare qualsiasi violenza subita" e di non curarsi dei ritardi, dei tempi, "non farlo - aggiunge - e' rendersi complici" di un fenomeno inaccettabile.