Cronache
Animali maltrattati, "la tolleranza è finita": lo Stato sia inflessibile

L'intervista all'avvocato Giada Bernardi e nuovi provvedimenti contro chi uccide e maltratta animali
Animali maltrattati, le leggi attuali non sono sufficienti. L'opinione dell'avvocato Giada Bernandi, in prima linea per la difesa dei loro diritti
"Chi si macchia di reati orrendi nei confronti degli animali è un soggetto socialmente pericoloso a prescindere dall’età. Ci vuole un intervento delle istituzioni, che troppo spesso sono assenti o inerti. La tolleranza e finita".
Non usa mezze misure, Giada Bernardi, avvocato del foro di Roma che dal 97 è in prima linea a difesa dei diritti degli animali, che al suo attivo ha decine di procedimenti e un impegno civile che prosegue interminabile da anni: "questi comportamenti rivelano una deriva morale preoccupante: e ci stupiamo degli stupri di gruppo e di episodi come quelli di Palermo? Mancano le famiglie, manca un codice morale. Una società che per divertirsi uccide è una società che va alla deriva".
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Di fronte agli ultimi casi di violenze gratuite, Bernardi è sconcertata. Il suo Studio Legale GiustiziaAnimale fa una decina di denunce ogni mese “ma se necessario siamo strutturati per farne centinaia.
"Tanta gente si rivela sempre più sensibile, i tribunali stanno riconoscendo anche il danno biologico in conseguenza di denunce: ad esempio, è accaduto a carico di una pensione per animali di Torino in cui una ragazza aveva lasciato il proprio bull terrier, ritrovandolo ferito e vedendosi costretta ad amputare la falange -prosegue l’avvocato Bernardi- Qui le è stato riconosciuto non solo il danno biologico, ma altresì quello morale, ovvero il dolore e la sofferenza patiti per un essere che si ama”.
La magistratura, perciò, si muove verso una direzione di maggiore sensibilità, anche se “nel caso delle pensioni si applica la stessa normativa del codice civile in materia di deposito”. Gli animali sono ancora considerati alla stregua di oggetti, le pene sono irrisorie, per un maltrattamento si rischia dai 3 ai 18 mesi, per uccisione dai 4 ai 24 mesi. 1 anno e 6 mesi per l’uomo che uccise la segugia Olga a calci. Qualcosa però inizia a muoversi.
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“Dopo 5 anni di processo, il responsabile di aver ucciso a calci la segugia Olga, che si era avvicinata al suo bullmastiff di 50 chili ha preso 1 anno e 6 mesi di carcere. Questa è una pietra miliare, un precedente importantissimo”. Ci si interroga, su questa ondata di violenza gratuita.