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Cronache
Cassazione: ‘Figli obbligati a trovare lavoro altrimenti stop mantenimento’

La Cassazione l’ha stabilito: il genitore deve mantenere il figlio finché non è autonomo, purché il figlio faccia di tutto per trovare lavoro dopo gli studi, che non devono protrarsi troppo a lungo. Solo in Italia si mantengono i figli fino ai 30 anni, ma è ora di invertire la tendenza.

Per evitare che si finisca in un “abuso di diritto”, finiti gli studi, che siano liceali, di laurea triennale o specialistica, i figli hanno il dovere di trovare un’occupazione e rendersi autonomi, senza capricci incompatibili con il mercato del lavoro, poiché l’assegno di mantenimento ha una funzione educativa e non è una rendita infinita.

Con la sentenza 17183, i giudici confermano l’obbligo del figlio di fare di tutto per trovare un lavoro qualunque pur di rendersi autonomo, in attesa di un impiego più corrispondente alle proprie aspirazioni.

Il caso riguardava, scrive Il Sole 24 Ore, il ricorso di una madre che contestava la decisione della Corte d’appello di revocare l’assegno versato dall’ex marito in favore del figlio, un professore di musica precario e trentenne, oltre che di revocare l’assegnazione della casa coniugale.

I giudici territoriali hanno fatto notare come ormai in ogni paese del mondo si dà per scontata l’indipendenza economica a trent’anni, tranne che in Italia. E neanche la disoccupazione può essere considerata un pretesto, poiché può riguardare chiunque, anche persone più avanti negli anni, come infatti era successo all’ex marito in questione che a sessant’anni si era trovato costretto a chiudere il negozio, sua fonte di guadagno, e tornare a vivere con la madre anziana, senza però che questa fosse costretta a versargli un mantenimento per legge.

Il trentenne, poi, lavorava saltuariamente come supplente, e aveva redditi modesti ma significativi, visto che in media guadagnava circa 20 mila euro l’anno. Anche la coabitazione con la madre, inoltre, era saltuaria, dato che il suo lavoro lo costringeva a continui spostamenti.

Per i giudici della Cassazione, quindi, è specifico dovere del figlio, ormai uomo, “ridurre le proprie ambizioni adolescenziali” cercando un modo per mantenersi anche non in linea con il lavoro da lui preferito.

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