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Emanuele De Maria è stato anche nella Legione Straniera. Allo psicologo disse: "Da giovane non pensavo alle vittime"
Nel 2015 fu rifiutato dal corpo d'élite dell'esercito francese e pochi mesi dopo uccise una prostituta a coltellate

Emanuele De Maria confessava agli psicologi: "Da giovane non mi interessavano le conseguenze dei miei comportamenti, non pensavo né a mia madre né alle vittime”
Nel passato di Emanuele De Maria, il 36enne che ha ucciso Chamila Wljesuriya per poi suicidarsi lanciandosi dal Duomo di Milano, c'è stato anche un periodo di sei mesi nella Legione Straniera. Nel 2015 si è arruolato nel corpo militare francese e un anno dopo a Castel Volrtuno ha ucciso una prostituta di origine tunisine. La conferma dell'arruolamento è contenuta nella relazione di "osservazione psicologica" del 23 febbraio 2023. "Avevo bisogno di sentirmi parte di qualcosa, di un gruppo”, aveva detto Emanuele De Maria alla psicologa del carcere di Bollate. Tre mesi dopo ottenne l'accesso al lavoro esterno.
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"All’età di tre anni – si legge nel documento – De Maria si trasferì con tutta la famiglia in Olanda”, dove la zia materna aiutò la madre a trovare lavoro. Il padre invece fece fatica ad integrarsi. Questo portò a un contesto familiare da lui descritto come "caratterizzato da tensioni e litigi violenti tra i genitori (…). Nel 1999 a seguito dell’ennesimo litigio in cui il padre aveva picchiato la moglie, si giunse alla separazione e si attivò la Tutela Minori”.
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A quel punto il padre è tornato a Napoli e De Maria insieme ai suoi tre fratelli è restato invece in Olanda con la madre, che però era spesso fuori casa per lavoro. E' in questo periodo che ha sviluppato una ammirazione per il fratello maggiore, che già commetteva reati. "Ciò che mi interessava in quel momento - confessava De Maria - era solo ricevere rispetto da mio fratello, all’epoca non mi interessavano le conseguenze dei nostri comportamenti, non pensavo né a mia madre né alle vittime”.
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Tornato a Napoli perché espulso dall'Olanda, De Maria non ha trovato la sua strada e venne rifiutato dopo pochi mesi dalla Legione Straniera. “Il vissuto dell’essere stato rifiutato, accompagnato da un sentimento di delusione lo gettò nello sconforto. - si legge nella relazione - A Napoli non riusciva a trovare lavoro e presto cadde nell’uso di sostanze”. Il 31 gennaio 2016 è arrivato il suo primo femminicidio. L'uomo comunque agli psicologi sembra ammettere la sua colpa: "Io sono l’unico responsabile, ed è giusto che paghi (…). Io ho il lusso di sentire queste emozioni, sia belle che brutte, ma io so che da qualche parte ci sono una madre e un padre che piangono la figlia".
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Da queste premesse gli è stata concessa la possibilità di lavoro esterno. Tutto sembrava andare bene, come si legge in una seconda osservazione psicologia realizzata però dopo la sua morte. "In questo periodo di lavoro esterno ho avuto modo di crescere anche interiormente. - aveva detto agli psicologici di Bollate - L’esperienza in albergo mi ha dato tanto, ho scoperto lati di me che forse non conoscevo”. De Maria sembrava guardare con fiducia al futuro ma poi il passato ha avuto il sopravvento.