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Cronache
I consulenti del lavoro protestano: “Categoria sotto attacco del Fatto”
Marina Calderone

LAVORO, FONDAZIONE STUDI CONSULENTI: "CATEGORIA SOTTO ATTACCO BEN OLTRE IL DIRITTO DI CRONACA

"Le illazioni formulate nei tanti articoli pubblicati in questi ultimi giorni da 'Il Fatto Quotidiano', suffragate soltanto da affermazioni anonime, sono fermamente respinte dalla Fondazione Studi consulenti del lavoro”, così la Fondazione Studi dei consulenti del lavoro in una nota. La vicenda è emersa nelle scorse ore. Ci sono due fondazioni. Ma probabilmente una è di troppo e rischia di essere un grosso guaio anche per la ministra del Lavoro, Marina Calderone. Per i più esiste solo la "Fondazione Studi", la no profit costituita nel 2001 per volere del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro che Calderone ha guidato fino alla nomina nel governo Meloni. Suo marito, Rosario De Luca, è da anni il presidente della Fondazione. Ed è lui che nel 2018 decide di crearne un’altra: la "Fondazione Studi Consulenti del Lavoro Srl". Sempre fondazione si chiama, ma è una Società commerciale a responsabilità limitata che De Luca ha guidato fino allo scorso novembre. Come scritto dal Fatto, per gli ex dipendenti si tratterebbe di un “trucco per licenziare".

“La campagna di odio scatenata dal quotidiano contro la categoria dei consulenti del lavoro – continua la nota della Fondazione Studi consulenti del lavoro - va ben oltre il diritto di cronaca. Intacca la onorabilità della professione e dei singoli individui. Da settimane è stata avviata un'azione compulsiva di pedinamenti, telefonate, messaggi privati, che hanno leso la privacy dei dipendenti e dei dirigenti, che si sono visti aggredire nella loro intimità. Pur essendo chiaro lo scopo politico di tutto questo, non è certo il terreno su cui la categoria dei consulenti del lavoro si confronta".

"Entrando nel dettaglio delle tante pretestuose ricostruzioni, la costituzione della Fondazione Studi Srl, risalente al 2018, ben 5 anni fa, e di cui Fondazione Studi è socio unico, è stata deliberata per tenere separate le attività istituzionali da quelle commerciali, soggette a separata contabilità, scelta operata ai fini di una migliore compliance normativa. Che questa scelta sia stata fatta 'per essere più liberi nei licenziamenti e non rispettare le normative sul lavoro è una pura invenzione, necessaria agli estensori degli articoli per dare sostegno alla motivazione politica della loro azione. La riprova si ha dalla minima mobilità dei lavoratori che nella storia delle due Fondazioni ha portato ad avere solo due situazioni di contenzioso, di cui una conciliata per espressa richiesta del Giudice e l'altra avviata nella medesima direzione, sempre su impulso del Giudice", si ricorda.

"I consulenti del lavoro - si puntualizza - promuovono il lavoro etico, riaffermano il dovere di rispettare le regole e sono esempio di legalità. Per questo motivo, non è tollerabile accettare in silenzio frasi dal contenuto evidentemente diffamatorio e privo d'ogni benché minimo fondamento oggettivo. Il riferimento è a quelle espresse nell'articolo pubblicato su 'Il Fatto Quotidiano' del giorno 17 febbraio, nel quale si riportano affermazioni dell'avvocato Vincenzo Martino, secondo il quale 'il frazionamento fittizio delle aziende non è una novità. È un modo di eludere le regole sui licenziamenti troppo spesso consigliato dagli stessi consulenti del lavoro'. Queste affermazioni generiche e diffamatorie ledono l'onorabilità della categoria dei consulenti del lavoro e delle stesse si richiede la rettifica immediata. In assenza, saranno valutate le azioni più opportune a tutela dell'immagine e del buon nome dei consulenti del lavoro".

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