Poliziotta espulsa per un tatuaggio, poi la beffa: lode per la professionalità
Il caso di Arianna Virgolino, mandata via e ora elogiata per il suo operato, fa discutere. Meloni: "Un poliziotto dovrebbe essere giudicato per le sue capacità"
Verona, poliziotta cacciata dal Ministero per un tatuaggio. A distanza di anni lo stesso Dicastero la premia
Arianna Virgolino era stata costretta a lasciare la Polizia, licenziata a causa di un tatuaggio. Per gli agenti è vietato avere il corpo disegnato. La notizia aveva fatto parecchio discutere, per la fermezza del Ministero dell'Interno nei confronti dell'agente residente in provincia di Verona. Ma a distanza di anni, - si legge su Repubblica - proprio il medesimo Dicastero ha deciso di premiarla, un encomio per il suo coraggio in servizio. Arianna, dopo il licenziamento a causa di un piccolo tatuaggio fatto a 18 anni, che poi ha pure cancellato, aveva deciso di intraprendere una sua battaglia personale lanciando una petizione su Change.org per "L’abolizione della norma sui tatuaggi in Polizia retroattiva per chi era già in servizio" Anche perché, dice Arianna Virgolino, "non è, e non può essere, un tatuaggio a compromettere l'operato dell'agente o il decoro della divisa. Un tatuaggio non può stabilire se una persona potrà diventare un eccellente operatore di polizia o potrà fare bene il suo lavoro".
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La dimostrazione - prosegue Repubblica - è arrivata adesso, a distanza di quattro anni infatti, lo stesso Ministero che l'aveva mandata via l'ha premiata per quanto fatto in servizio. Le ha notificato la "Lode" per avere sedato il 16 ottobre 2019 una violenta rissa a Casalpusterlengo, vicino a Lodi, dopo aver indossato la divisa da appena due mesi. Insomma, un doppio messaggio che ha lasciato la ormai ex agente di stucco. Sulla questione si era espressa ai tempi anche la Meloni: "Un poliziotto dovrebbe essere giudicato per le sue capacità professionali". Arianna continuerà nella sua battaglia per cercare di convincere le autorità a cambiare quella norma sui tatuaggi.
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