Cronache
Ragazze molestate in treno, "Ci dicevano donne bianche e ci toccavano. Incubo"


Il racconto del papà di una 17enne che era a Peschiera del Garda: "Ho trovato mia figlia al bar, terrorizzata tremava. Erano braccate, non le facevano passare"
Ragazze molestate in treno, un padre: "Mi ha chiamato terrorizzata"
La vicenda delle molestie sessuali ai danni di 5 ragazze che tornavano da Gardaland, continua a far discutere per diversi aspetti. I treni affollati di ragazzi e senza controllo e il tardivo intervento della polizia hanno suscitato diverse polemiche. Il racconto del padre di una delle giovani vittime fa capire la gravità della situazione. "Quando mi ha detto che era bloccata, che le stavano tutti addosso e non riusciva nemmeno a respirare sono impazzito… mia figlia - spiega il genitore al Corriere della Sera - era in balia di gente senza scrupoli e io ero a casa, impotente. Se non fosse riuscita a scendere a Desenzano quelli non so cosa le avrebbero fatto. L’ho implorata di spostarsi in un altro vagone e scendere alla prima fermata. E lei: “non riesco neanche a girarmi”. A quel punto sono andato nel panico. Erano degli invasati e le potevano fare di tutto. Pensavo: magari saranno anche ubriachi... e se hanno dei coltelli...".
"Mi ha chiamato - prosegue il padre di una delle cinque ragazze abusate al Corriere - quando io ero ancora in strada. Al telefono piangeva. Gli ho detto: "Restate in gruppo, andate in un posto affollato. Al mio arrivo le ho trovate tutte cinque in un bar. Tremavano ancora per la paura. Che si sono sentite in trappola, braccate, senza l’aiuto di nessuno. Le toccavano, dicendo: "Donne bianche voi non potete stare qui.. siete delle privilegiate". Quando una di loro ha avuto l’attacco di panico ed è svenuta loro si sono tolti la maglietta per farle aria, intanto le si avvicinavano al viso dicendo "I love you". Alla fine si sono salvate solo grazie a un ragazzo, anche lui di colore, che è riuscito a farsi largo tra la folla a spintoni consentendo alle ragazze di aprire le porte".
Maxirissa Garda: due le inchieste della Procura di Verona. Fascicoli sui disordini e sulle molestie alle ragazze lombarde
Sono due le inchieste parallele sulle quali sta lavorando la Procura di Verona dopo la maxirissa avvenuta il 2 giugno sul Lago di Garda. La prima riguarda i disordini tra Peschiera e Castelnuovo, in citta' e in spiaggia. Per questo fascicolo l'ipotesi e' di rissa aggravata, danneggiamenti e tentata rapina. Il secondo filone delle indagini si focalizza specificatamente sulle molestie sessuali denunciate da cinque adolescenti lombarde sul treno che le riportava a casa dopo una giornata a Gardaland. Secondo quanto trapela da fonti giudiziarie, non e' escluso che la Procura veronese valuti anche l'aggravante, per la seconda inchiesta, dell'odio razziale, sulla base proprio delle dichiarazioni delle cinque vittime. "Mentre ci toccavano senza lasciarci scampo - ha raccontato una delle adolescenti agli investigatori - ci urlavano 'qui non vogliamo italiani'".