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Cronache
Omicidio Lilly Trieste, la Tac non svela l'identità. Marito: "Temo il carcere"

Trieste omicidio Liliana, Visintin: "Ho paura di andare in carcere, di aver detto cose sbagliate"

"Ho paura che alla fine metteranno dentro me, perche' temo di non riuscire a ricostruire quello che ho fatto minuto per minuto nei giorni successivi alla scomparsa di Lilly, e questa cosa mi mette nel panico". Lo ha confessato al Piccolo di Trieste Sebastiano Visintin, il marito di Liliana Resinovich, sparita il 14 dicembre scorso e poi trovata morta. La donna, stando a quanto emerso negli scorsi giorni, intratteneva una frequentazione con un uomo di 82 anni a insaputa del marito, e persino delle amiche e del fratello.

AGGIORNAMENTO: È Liliana Resinovich la donna trovata morta in due sacchi a Trieste

L'autopsia sul cadavere e' stata disposta per domani mentre gli accertamenti di laboratorio verranno eseguiti oggi. Il marito sa benissimo che se l'esame autoptico confermera' che il corpo rinvenuto e' quello di Liliana, e se verra' spazzato via ogni dubbio sul fatto che si tratti di un efferato omicidio, il suo nome con molta probabilita', come atto dovuto, verra' inserito nel registro degli indagati.

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Visintin ha fornito una ricostruzione dei suoi movimenti, degli orari precisi di quel 14 dicembre scorso, giornata in cui la moglie e' sparita "ma adesso - dice - parlano anche di momenti successivi, di cose che sarebbero potute succedere giorni e giorni dopo la sua scomparsa e siccome non so quali saranno gli sviluppi" il mio timore e' di "non riuscire a ricordare dei dettagli di quei giorni e delle settimane successive alla scomparsa della mia Lilly". L'uomo ha aggiunto di essere preoccupato di aver rilasciato informazioni contraddittorie, o di aver detto "cose sbagliate", che potrebbero compromettere la sua credibilità. 

Sul caso indaga la Squadra Mobile, coordinata dal Pm Maddalena Chergia. Visintin sabato si e' confrontato con un legale del Foro di Gorizia, ma non ha voluto rivelarne il nome. 

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(segue)

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