Culture
Favole e facezie nel codice atlantico leonardo. Un viaggio mozzafiato tra oggetti parlanti, animali umanizzati e umorismi al vetriolo











Di Manuela Alessandra Filippi
L'eccezionale esposizione al pubblico dei fogli del codice Atlantico di Leonardo da Vinci, conservati alla Biblioteca Ambrosiana di Milano, è giunta alla sua XVI tappa. L'iniziativa, che ha preso avvio nel 2009 e che si concluderà nel 2015, l'anno dell'Expo, ha fino ad oggi permesso al grande pubblico di trovarsi a tu per tu con ben 704 fogli del celebre codice. Un evento unico e irripetibile che ha permesso a migliaia di persone, provenienti da tutto il mondo, di ammirare il capolavoro di arte e sapienza che tutto il mondo ci invidia. Da questa sera, protagoniste assolute dei 44 fogli esposti, tra la Pinacoteca Ambrosiana e il Chiostro del Bramante a Santa Maria delle Grazie, saranno le favole e i folgoranti motti di spirito del grande maestro, un misto di umorismo irresistibile e crudo realismo.
Già, perché pochi sanno che Leonardo è stato anche scrittore ma soprattutto autore di favole che ancora oggi sarebbero la gioia di grandi e piccini, se solo fossero più familiari e divulgate fra il grande pubblico. Il percorso espositivo, diviso tra le due sedi, documenta la sua attività letteraria e ne illustra il rapporto con le fonti, la sperimentazione formale, e le molteplici forme compositive. Gli scritti letterari di Leonardo, pubblicati per la prima volta da Jean-Paul Richter nel 1883, comprendono favole e facezie, annotate spesso sugli stessi fogli insieme con proverbi, pensieri, proemi, descrizioni fantastiche e trascrizioni da altri autori, a costituire una riflessione ininterrotta che attraversa le diverse tipologie di scrittura. Le fonti, in cui affiora l'eredità del mondo popolare toscano, sono raccolte di proverbi e scritti morali, il volgarizzamento delle favole di Esopo, il Morgante di Luigi Pulci, l'Acerba di Cecco d'Ascoli, i sonetti del Burchiello e le Tre Corone, con cui Leonardo istituisce un vero e proprio confronto. Le favole sono un campo esemplare della sperimentazione letteraria di Leonardo, ben documentata nei fogli 188 e 187, che presentano una raccolta ordinata di testi, incolonnati e quasi privi di ripensamenti. Vi si distinguono due schemi formali, corrispondenti a due distinti modelli di scrittura: i semplici abbozzi o titoli, come "La favola della lingua morsa dai denti", e i racconti diffusi, elaborati sul piano sintattico e della struttura narrativa, comprensiva di dialoghi e descrizioni articolate.
Nella selezione dei personaggi Leonardo si concentra su categorie poco esplorate nella storia del genere: piante - come il cedro e la vitalba, desunte dai suoi studi di botanica -, elementi naturali, oggetti d'uso comune; e poi, naturalmente, gli animali. Abbandonata la stilizzazione tradizionale, i soggetti si rivestono di tratti di espressività - ricorrenti ad esempio i vocaboli appartenenti alla sfera semantica del pianto e del pentimento - e di caratterizzazione: il fico è esuberante, il noce tragico, il giglio superbo, il rasoio indolente, lo specchio vanitoso. Un altro genere di scrittura "letteraria" è quello delle facezie, dove il dialogo è elemento fondamentale e risolutivo della struttura narrativa, grazie al motto di spirito che permette al personaggio di superare una situazione difficile o mettere in burla un antagonista. È la manifestazione di un'attitudine giocosa, liberatoria nei confronti del basso corporeo e in particolare della sessualità (oggetto di tanta attenzione in altri testi e disegni, anche osceni, come i fogli 132v e 133v). Oltre a quella che Gadda definisce "brevità sicura del detto" e a una struttura che raramente si concede a complicazioni sintattiche, favole e facezie hanno in comune il tentativo di comprendere e decifrare, attraverso la parola e l'immaginazione, le dinamiche naturali e le ragioni dell'essere al mondo. La mostra si apre nella Biblioteca Ambrosiana, con i fogli riguardanti il confronto con le fonti: una sezione, infatti, è interamente dedicata ai libri che possedeva Leonardo, illustrati con esemplari conservati presso la Biblioteca, esposti per la prima volta. Seguono le favole sulla natura, molto numerose e dedicate principalmente a piante e piccoli animali, in cui si fondono osservazione scientifica, interpretazione morale e interesse letterario. Il percorso continua nella Sacrestia del Bramante attraverso testi di alto valore poetico, disegni e studi di figure fantastiche, che permettono di entrare nel laboratorio creativo di Leonardo, e di comprendere i meccanismi della scrittura e i procedimenti legati all'invenzione dei personaggi. Un testo poetico canzonatorio nei confronti del poeta Bernardo Bellincione introduce infine la serie delle facezie, le caricature grottesche e i disegni osceni, in cui emerge la passione di Leonardo per la burla, il gioco, e l'appunto scherzoso.
Date: 11 giugno 2013 - 8 settembre 2013
Sede 1: Veneranda Biblioteca Ambrosiana - Sala Federiciana, Piazza Pio XI, 2
Orari: Da Martedì a Domenica (chiuso lunedì) dalle 10.00 alle 18.00, ultimo ingresso ore 17,30
Sede 2: Sagrestia Monumentale del Bramante, ingresso da Via Caradosso, 1
Orari: Lunedì 09,30 - 13,00 e 14,00 - 18,00; da Martedì a Domenica: 8.30 - 19.00
Ufficio prenotazioni: 02-80692248 prenotazione.visite@ambrosiana.it
Cumulativo (Pinacoteca + Sacrestia)
Intero: 20 €
Ridotto: 15 €
Scuole: 8 €
Cumulativo (Pinacoteca + Sacrestia + Cenacolo Vinciano) acquistabi le chiamando
Ufficio prenotazioni Ambrosiana - 02-80692248 prenotazione.visite@ambrosiana.it