La scomparsa di Ernst Nolte
Di Giuseppe Vatinno
Ernst Nolte è scomparso qualche giorno fa all’età di 93 anni.
Allievo di Martin Heidegger con una tesi sulla dialettica e l’idealismo tedesco in Marx, si è formato come filosofo per poi divenire uno storico; ha insegnato all’ Università di Marburgo dal 1965 al 1973 e successivamente alla Freie Universitat di Berlino dal 1973 al 1991.
Le sue opere principali, tra le molte sono:
I tre volti del fascismo (Der Faschismus in seiner Epoche. Action francaise · Italienischer Faschismus · Nationalsozialismus, 1963) in cui mostra come il fascismo sia un fenomeno europeo unitario nato dalla fusione di elementi nazionalisti e socialisti.
La guerra civile europea, 1917-1945 - Nazionalsocialismo e bolscevismo (Der europäische Bürgerkrieg 1917–1945. Nationalsozialismus und Bolschewismus, 1987) La cui tesi di base è quella di una lunga “guerra civile” europea che nasce dalla fine della Grande Guerra per terminare dopo la Seconda.
La Repubblica di Weimar. Un'instabile democrazia fra Lenin e Hitler (Die Weimarer Republik. Demokratie zwischen Lenin und Hitler, 2006) E’ un’opera che “spiega” -in un parallelismo che domina tutta l’opera dello storico tedesco-il sorgere quasi contemporaneo del bolscevismo e del nazional – socialismo come reazione.
Un suo scritto del 1986 sul “Frankfurter Allgemeine Zeitung” Un passato che non vuole passare (Vergangenheit, die nicht vergehen will) scatenò polemiche e una replica molto dura del filosofo Jürgen Habermas.
La sua opera storica revisionista (come quelle dell’italiano Renzo De Felice) è stata accusata di vicinanza alle tesi negazioniste per quanto riguarda l’Olocausto; infatti Nolte ha cercato, primo tra gli storici, di inquadrare la nascita e lo sviluppo del nazionalsocialismo nel quadro socio – politico dell’epoca che vedeva una reazione –secondo Nolte- ai gulag staliniani che definisce “barbarie asiatica”. Tale interpretazione lo ha portato se non a giustificare a “comprendere” il fenomeno nazional – socialista in questa dinamica reattiva.
Per quanto riguarda invece l’antisemitismo tedesco dopo la prima guerra mondiale e sotto il regime nazista, Nolte tende a spiegarlo nuovamente come una reazione, questa volta non a Stalin ma all’atteggiamento del sionismo mondiale contro la Germania soprattutto dopo la Prima Guerra mondiale.
La posizione culturale di Nolte si fece via via più isolata e nel 2000 Angela Merkel, allora leader della Cdu, rifiutò di parlare alla cerimonia con la quale fu conferito a Nolte il premio Adenauer.