Grande festa a Milano per celebrare i 25anni di Libero Quotidiano - Affaritaliani.it

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Grande festa a Milano per celebrare i 25anni di Libero Quotidiano

Una serata ricca di emozioni, ricordi e passione per il giornalismo ha animato il Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano, dove Libero Quotidiano ha festeggiato i suoi primi venticinque anni di vita. Un traguardo importante per una delle testate più vivaci e riconoscibili del panorama mediatico italiano, celebrato con una festa che ha visto la partecipazione di protagonisti di ieri e di oggi.

 

Festeggiamo i primi 25 anni di Libero Quotidiano con il dubbio amletico ‘Essere o non essere libero’ e la risposta i nostri lettori la conoscono già”. È quanto ha affermato in apertura di serata il direttore Mario Sechi. “Infatti, il nostro giornale è profondamente libero e il direttore Vittorio Feltri lo ha disegnato proprio su questa idea. Abbiamo una visione ironica e sempre diversa della realtà e ci prepariamo ai prossimi 25 anni”.

 

Particolarmente significativo, il messaggio di saluto inviato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, letto dal direttore Sechi: “Nella ricorrenza del venticinquesimo anniversario della nascita del quotidiano “Libero”, desidero inviare alla redazione e a tutto il personale il mio augurio di buon lavoro. Venticinque anni di vita sono un traguardo importante per un quotidiano, specie in un periodo non semplice per la carta stampata che soffre del calo dei lettori e della concorrenza degli altri media. È fondamentale, in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, continuare ad assicurare il pluralismo delle voci, previsto dalla nostra Costituzione, corollario necessario per garantire il diritto dei cittadini a essere liberamente e correttamente informati. Sui giornalisti e sugli editori, nel rispetto della libertà delle loro scelte professionali, ricade infatti una grande responsabilità che interseca la vita democratica e che va ottemperata con intelligenza, gusto per la notizia, affidabilità, trasparenza e con quei criteri deontologici, primo fra tutti il controllo delle fonti, che distinguono l’informazione di alta qualità dalla produzione di fake-news. L’augurio che invio a “Libero”, allora, è di proseguire nella tradizione giornalistica italiana all’interno delle rapide trasformazioni che il nostro tempo impone”.

 

Non è mancato un collegamento da Palazzo Chigi con il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, a testimonianza dell’attenzione istituzionale e del ruolo centrale che Libero continua a rivestire. "Auguri a Libero per i suoi primi 25 anni di attività. - Ha ribadito il Presidente - Un sentito saluto a tutta la direzione e ai giornalisti che, ogni giorno, lavorano con passione a un giornale che è diventato un punto di riferimento nel panorama dell'informazione. Un pensiero speciale agli editori e al fondatore Vittorio Feltri che, con la nascita di Libero, ha accettato una grande sfida, umana e professionale: rendere più plurale il mondo dell'informazione. Grazie per aver contribuito a dare voce a un'Italia libera e spesso controcorrente".

 

Successivamente, sempre il direttore Sechi, ha intervistato Vittorio Feltri, fondatore di Libero. Nel loro dialogo sono emersi i momenti salienti di un quarto di secolo di cronaca, inchieste, grandi titoli e battaglie culturali che hanno segnato il dibattito pubblico nazionale. "Oriana Fallaci - ha detto Feltri - è stata una collega straordinaria, una donna di intelligenza e coraggio, anche rompiscatole. Aveva una capacità unica di leggere il presente e di prevedere ciò che sarebbe accaduto, con una lucidità che oggi, guardando indietro, appare quasi profetica. Oriana aveva capito prima di tutti i grandi cambiamenti che avrebbero segnato il nostro tempo. Era controcorrente, libera e mai disposta a scendere a compromessi, un esempio di giornalismo che non si piega e che oggi manca terribilmente".

 

Dal palco è intervenuto anche il Presidente del Senato Ignazio La Russa: "Desidero rivolgere un applauso a Libero, ai giornalisti, agli editori e, in particolare, a Vittorio Feltri. La politica è cambiata profondamente negli anni: da Mani Pulite in poi, si è intrapreso un percorso che ha avuto il merito di eliminare molte delle criticità che si erano accumulate nel tempo. Ricoprire il ruolo di Presidente del Senato è per me un grande onore. Vittorio può confermarlo: ho accettato questo incarico con l’idea di restituire dignità a chi, per molti anni, è stato emarginato per la propria appartenenza alla destra, una parte politica che ho l’onore di rappresentare".

 

Anche Matteo Salvini, Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha portato il suo saluto con un intervento politico: “Il taglio delle tasse va di pari passo con la rottamazione delle cartelle esattoriali: non si tratta di scegliere l’uno o l’altro, sono misure complementari. Oggi ci troviamo di fronte a un dato chiaro: 20 milioni di italiani hanno pendenze con il fisco. È nostro dovere intervenire con buon senso e concretezza. Stiamo portando avanti un lavoro di squadra solido. All’interno della maggioranza non ci sono tensioni, nessuna fibrillazione, nessun nervosismo. Abbiamo ancora due anni davanti a noi e vogliamo riempirli di contenuti, idee e risultati concreti per il Paese".

 

Intervenuto, inoltre, Giuseppe Sala, Sindaco di Milano: “Libero ha dato un contributo significativo alla nostra città. Milano è da sempre una realtà proiettata verso il futuro, una città che guarda avanti con ambizione e visione. I quotidiani devono essere letti: finché ci sarà qualcuno disposto a scrivere, a metterci la faccia e a raccontare la realtà, io mi sentirò rassicurato. Dio benedica i giornalisti e gli editori, che svolgono un ruolo fondamentale. Mi auguro che Milano continui a essere una città in cui la lettura dei giornali rimane viva e parte integrante della nostra cultura".

 

A seguire, il direttore editoriale Daniele Capezzone ha emozionato la platea con un monologo dedicato al tema “Cosa è la libertà”, mentre la serata si è conclusa con lo spettacolo di satira e comicità di Andrea Pucci,accompagnato dalla sua orchestra.