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Economia
Edf, perdite a doppia cifra nel 2022: Parigi valuta il sacrificio di Edison

Edf, bilancio 2022 terribile: Edison sacrificabile (vale tra gli 8 e i 9 miliardi) 

Il colosso translpino del’energia Électricité de France chiuderà il bilancio 2022 con una perdita monstre. È quanto scrive il Sole 24 Ore comparando i numeri del 2012, quando Edf saliva al 100% di Edison, con oggi, mentre lo Stato francese è in procinto di lanciare un’Opa per ritirarlo dal listino. In Borsa, al netto dei debiti, vale poco più di 3 miliardi: quasi un terzo degli 8-9 miliardi che gli addetti ai lavori valutano per Edison, divenuta uno degli asset più pregiati del portafoglio della società francese.

Sul mercato c’è chi considera Edison potenzialmente sacrificabile da parte di Edf al fine di finanziare il rilancio del nucleare e assicurare così alla Francia “indipendenza e sovranità energetica”. Il potenziale dossier stuzzica appetiti in Italia e all’estero ma nessuna decisione ufficiale è stata presa: sarà eventualmente compito del nuovo ceo designato, Luc Remont, che entrerà in carica a inizio novembre e potrebbe fare una prima sortita in Italia per la Prima della Scala. Un passaggio che non si potrà fare senza il via libera dello Stato francese vista la strategicità di Edison e il suo portafoglio gas.

Di certo c’è che nel 2022 per Edf è stato un anno pessimo. Oltre metà dei 56 reattori nucleari bloccati per manutenzione o “corrosione”, la scarsa piovosità che ha penalizzato l’idroelettrico, le tariffe bloccate dallo Stato, gli acquisti sul mercato a prezzi astronomici dell’elettricità già venduta a termine: così è finito in ginocchio un gruppo che nel 2021 aveva realizzato un Ebitda di 18 miliardi e un utile netto superiore a 5 miliardi.

Nel 2005 i debiti erano di soli 18,6 miliardi contro i 60 miliardi stimati per il prossimo 31 dicembre e i profitti avevano superato i 3 miliardi mentre per il 2022 si prevede un rosso a doppia cifra dopo i 5,3 miliardi già persi in semestrale. Di più se ne saprà, forse, dopodomani, quando verranno diffusi i numeri dei nove mesi. C’è chi si chiede: se Berlino ha nazionalizzato il colosso del gas Uniper, perché Parigi non può fare lo stesso con Edf? Macron è stato chiaro: “La Francia deve riprendere la grande avventura nucleare” e mettere in cantiere sei nuovi reattori di tecnologia Epr 2, con un costo stimato in oltre 60 miliardi.

L’obiettivo è dotare i francesi di elettricità a costi ragionevoli e, probabilmente, di tornare a esportarne in dosi massicce in tutta Europa, questione già più controversa visto che si porrebbe un tema di aiuti di Stato che fa storcere il naso ai concorrenti e a Bruxelles. La questione è: come verranno finanziati l'Opa da 9,7 miliardi e il maxi piano sul nucleare? Lo Stato farà il grosso ma qualche sacrificio servirà. E qui potrebbe entrare in gioco Edison, che pure oggi ha un ruolo chiave, gestendo tutta la filiera gas del gruppo.

Edf, come riportato da Radiocor, ha sempre smentito la vendita. E nonostante le indiscrezioni, ancora non ci sarebbe ancora un dossier ufficialmente aperto. C’è chi da tempo fa la corte all’asset: da F2i, che sogna un maxi polo con Sorgenia e le rinnovabili, ad A2A, per arrivare ad altri big francesi come Total o Engie. Si porrebbe però un tema di prezzo.

Sotto la guida del ceo Nicola Monti, Edison è divenuta un’azienda focalizzata sulla transizione energetica e ha proiezioni sull'Ebitda che giustificano una valutazione dagli 8 miliardi in su. Un boccone troppo grosso per un singolo soggetto industriale: per questo, come potenziali investitori, circolano i nomi di Ardian o Macquarie, in un’ipotetica cordata modello Aspi. A meno che, data la strategicità in questo particolare momento storico non sia sollecitato l’ingresso in partita di un big di Stato, ad esempio del rango di Eni.

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