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Economia
Generali, cresce il fronte anti-Donnet.Crt aderisce al Patto Calta-Del Vecchio

Cresce il fronte degli azionisti Generali che vogliono un nuovo amministratore delegato a Trieste: la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, ha conferito la propria quota dell'1,232% all'accordo parasociale sul Leone. Come più volte sottolineato da Affaritaliani.it, l'ente piemontese amministrato dal duo Giovanni Quaglia-Stefano Lapucci, azionista storico a Trieste (una volta anche indiretto attraverso il veicolo Effetì, con i soci veneti di Ferak), era i principali indiziati per aderire ex post al patto di patto di consultazione siglato la settimana scorsa fra Francesco Caltagirone e Leonardo Del Vecchio, soci da tempo critici nei confronti di Philippe Donnet, ritenuto poco aggressivo sul fronte M&A.

Con l'arrivo dell'ente torinese nonchè con gli ultimi acquisti dei due grandi soci privati della compagnia assicurativo l'accordo parasociale sale al 12,334% del capitale di Generali, a un soffio dal 12,9% in portafoglio al principale azionista Mediobanca, da sempre socio di riferimento a Trieste e contro la quale Caltagirone e Del Vecchio hanno ingaggiato la battaglia per il rinnovo del Cda di Generali con al centro  Donnet che invece punta al terzo mandato. Rinnovo che sarà all'ordine del giorno del prossimo consiglio di amministrazione della compagnia assicurativa il 27 settembre e su cui dovrà accendere il disco verde finale l'assemblea dei soci di aprile 2022.

Il patto di consultazione, siglato proprio in vista della prossima assise degli azionisti e che terminerà una volta rinnovato il board, si allarga a Crt dopo che la fondazione torinese ha comunicato a Delfin e alle società del gruppo Caltagirone, che hanno accettato, di voler aderire al patto con l'intera quota pari all'1,232% del capitale.

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Il Ceo di Mediobanca Nagel e quello di Delfin Romolo Bardin

Proprio l'altro ieri la Consob aveva chiesto ai due grandi azionisti delle Generali in movimento sul gruppo triestino di chiarire alcuni aspetti relativi agli accordi, attraverso un’integrazione di informazione, sugli ingressi futuri inquello che è stato definito subito un patto "aperto" a quanti fra gli azionisti del Leone condividevano la volontà dell'imprenditore capitolino e del patron di Essilux. Ovvero puntare con un nuovo amministratore delegato a “una più profittevole ed efficace gestione" del colosso delle polizze, attraverso una “modernizzazione tecnologica dell'attività caratteristica, al posizionamento strategico dell'impresa, nonchè alla sua crescita in una logica di mercato aperta, trasparente e contendibile”.

Gli occhi ora sono puntati sugli altri soci privati della compagnia come la famiglia Benetton, che ha circa il 3,98% di Generali e che alcune indiscrezioni danno vicina ai due imprenditori. Imprenditori con cui le connessioni di business non mancano (vedi box). 

@andreadeugeni

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