Economia
Guerra Ucraina, caro energia e gas: S&P taglia le stime del Pil Italia (+3,1%)

Per l'agenzia di rating il potere d'acquisto delle famiglie si indebolirà: l'inflazione dovrebbe raggiungere il 5% nel 2022 e rimanere oltre il 2% nel 2023
Guerra Ucraina, S&P: no alla recessione, ma crescita in calo al 3,3% contro il 4,4% del 2021
Il caro energia mette in subboglio le stime di crescita del Vecchio Continente. Le economie europee, importatrici nette di energia, si preparano a un rallentamento con l'aumento dei prezzi del petrolio e del gas in risposta al conflitto Russia-Ucraina. A darne una fotografia completa è S&P Global Ratings in un rapporto. Il potere d'acquisto delle famiglie si indebolirà, con l'inflazione che dovrebbe raggiungere il 5% quest'anno e rimanere sopra il 2% nel 2023.
"Grazie al forte slancio della ripresa e alle sufficienti riserve di liquidità, non ci aspettiamo una recessione per tutto l'anno, ma piuttosto un calo della crescita del Pil al 3,3% quest'anno contro il 4,4% precedente", ha dichiarato Marion Amiot, economista senior di S&P Global Ratings, nel rapporto Economic Outlook Eurozone Q2 2022: Healthy But Facing Another Adverse Shock.
"L'incertezza che circonda le nostre previsioni è più alta del solito, con rischi al ribasso per la crescita per il 2022 e rischi al rialzo per l'inflazione quest'anno e il prossimo. Se i rischi al ribasso non si materializzano, vediamo la Bce nella posizione di aumentare i tassi a dicembre, soprattutto perché le pressioni inflazionistiche sono destinate a durare più a lungo di prima del conflitto russo-ucraino. Tuttavia, riconosciamo che la finestra di possibilità per un primo rialzo dei tassi si aprirebbe a settembre".
"In uno scenario più rigido, gli effetti al ribasso sulla crescita e al rialzo sull'inflazione possono essere amplificati da: uno shock del prezzo del petrolio più alto e più lungo. Nei nostri modelli, un aumento del 10% del prezzo del petrolio, che è quasi equivalente a un aumento di 10 dollari al barile ora, solleva i prezzi al consumo dello 0,5% e abbassa il Pil dello 0,2% nel tempo; tagli netti all'offerta di gas. Come già detto, la Bce ritiene che un taglio del 10% della fornitura di gas potrebbe mettere in pericolo circa lo 0,7% del Pil della zona euro; effetti di fiducia più forti che porterebbero le famiglie a risparmiare di più, soprattutto se i salari non riescono a raggiungere l'inflazione. Per ora, il calo della fiducia dei consumatori è circa la metà di quello del 2020, quando sono state adottate le prime restrizioni Covid”.
S&P cita inoltre "problemi più acuti nella catena di approvvigionamento, come interruzioni puntuali della produzione, soprattutto nelle piccole e medie imprese, con il rischio di effetti a catena, se i sostituti per le materie prime industriali e alimentari importate dalla Russia si rivelano difficili da trovare". L'agenzia di rating, infine, sia nello scenario di base che in quello severo, vede "un aumento dell'inflazione nonostante una prospettiva di crescita più debole come un argomento per la Bce per iniziare a normalizzare la politica monetaria quest'anno, ma senza affrettarsi".
Per l'Italia la previsione di crescita nel 2022 scende a +3,1% dal precedente +4,7% (stimato dall'agenzia a novembre 2021, quindi prima del conflitto in Ucraina). L'aggiornamento, in realtà, è il secondo in poche settimane realizzato alla luce della guerra e dell'impennata dei prezzi delle materie prime. Lo scorso 8 marzo, infatti, S&P proprio a causa delle tensioni geopolitiche aveva già rivisto al ribasso le stime globali degli impatti sull'economia, ma si trattava di calcoli solo provvisori (in quel report - che conteneva stime preliminari - per l'Italia si prevedeva una salita del Pil ridotta al +3,3% su quest'anno). Quanto al biennio successivo, la previsione di crescita aggiornata del Pil del nostro Paese ora migliora e passa a +2,1% nel 2023 (da +1,8% stimato in autunno) e +1,5% nel 2024 (da +1%).
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