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Economia
Guerra Ucraina, embargo Ue sul petrolio russo. Ma solo dal 2023. E l'Italia...

Guerra Ucraina, passa l'embargo sul petrolio russo. Ma con calma...

L'Unione europea sta per dare il via libera all'embargo sul petrolio russo. Lo sostengono Corriere della Sera e Repubblica in edicola oggi. "Un embargo sulle importazioni di petrolio russo entro il 31 dicembre ma graduale. È il terreno di incontro che permetterebbe di dare semaforo verde al sesto pacchetto di sanzioni Ue contro la Russia, per l’invasione dell’Ucraina, che ci si aspetta sia presentato in modo formale agli ambasciatori presso la Ue mercoledì prossimo" scrive il Corriere.

"Passa la linea suggerita dalla Germania, sostenuta da Romania, Ungheria e Slovacchia: occorre tempo per sostituire le forniture di Mosca", sottolinea Repubblica. L'embargo partirebbe infatti solo dal 2023. Spiega Repubblica: "In effetti, in particolare sui tempi di attuazione del “blocco”, l’armonia non è stata piena. Il cosiddetto “phasing out”, la fase di transizione prima dello stop totale, è piuttosto lungo: 7 mesi. L’embargo pieno scatterà dal prossimo primo gennaio, come indicato da Berlino. E anche nelle ultime ore il rappresentante tedesco non ha nascosto le difficoltà del suo Paese a eliminare in tempi più brevi il petrolio russo. La sua posizione è stata appoggiata soprattutto dagli Stati che dipendono al 100 per cento o quasi dalla “benzina” di Putin: Ungheria, Slovacchia e Romania hanno bisogno di tempo per individuare le alternative".

Un periodo cuscinetto così ampio è stato giustificato "con la necessità per molti dei membri dell’Unione di studiare le vie della diversificazione. Si tenga presente che il Vecchio Continente compra dalla Russia oltre il 25 per cento di tutto il greggio. Ogni giorno si versano nelle casse del Cremlino 261 milioni di euro. Nello specifico la Germania paga 23 miliardi l’anno e l’Italia 4".

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A proposito di Italia. Il Corriere della Sera ricorda che "il governo ha già stretto accordi con diversi Paesi come il Qatar, l’Azerbaijan, il Congo, l’Angola, l’Algeria, l’Egitto per azzerare la dipendenza da Mosca". Come sottolinea il CorSera, "al momento gli accordi stipulati dal governo permettono una sostituzione parziale" del gas russo. E infatti "il governo vuole ridurre di7miliardi di metri cubi la domanda di gas tagliando i consumi di uffici pubblici, case e fabbriche senza compromettere il sistema, innalzando la capacità di generazione elettrica delle 4 centrali a carbone che però produrranno più emissioni".

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