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Economia
Italia, allarme rosso cybersecurity: in un anno frodi aumentate del 49%

Furti di dati personali in crescita in Italia

I dati personali degli italiani sono sempre più in pericolo. E' quanto emerge da uno studio di Crif che certifica come le attività degli hacker hanno avuto una grande intensità nel 2021, anno in cui sono cresciuti del +48,7% gli utenti italiani che hanno ricevuto un avviso di un attacco informatico ai danni dei propri dati personali. In particolare, il dato si riferisce agli alert relativi a informazioni ritrovate sul dark web (un insieme di ambienti web che non appaiono attraverso le normali attività di navigazione in Internet e necessitano di browser specifici o di ricerche mirate).

L'Italia tra i paesi più colpiti

Scorrendo la classifica dei Paesi maggiormente colpiti dal fenomeno del furto di email e password online si osservano ai primi posti USA, Russia, Francia e Germania, seguiti dal Regno Unito e dall’Italia, che occupa il 6° posto assoluto, come già nell’anno precedente. Completano la top 10 Polonia, Brasile, India e Giappone. Un’altra area di indagine dell’Osservatorio Cyber è quella dedicata alla classifica dei Paesi maggiormente soggetti a scambio di dati illeciti di carte di credito. Questa graduatoria è guidata dagli USA, seguiti da India e Messico, con l’Italia che occupa la 10° posizione assoluta. In Italia la fascia di popolazione maggiormente colpita è quella di età compresa tra 41 e 50 anni (con il 26,4% del totale) seguita dai 51-60enni (25,6%) e dagli over 60 anni (24,8%).

Che cosa c'è sul Dark Web

Le informazioni rubate possono essere utilizzate per diversi scopi, ad esempio per entrare negli account delle vittime, utilizzare servizi in modo abusivo, oppure estorcere o rubare denaro. Secondo quanto risulta dall’Osservatorio Cyber di Crif, i dati personali degli utenti italiani che prevalentemente circolano sul dark web risultano essere le credenziali email, in secondo luogo il numero di telefono. Questi preziosi dati potrebbero essere utilizzati per cercare di compiere truffe, ad esempio attraverso phishing o smishing. Inoltre, da segnalare come i codici fiscali rilevati sul dark web siano cresciuti del +51% nell’ultimo anno di osservazione.

In termini assoluti, le password restano tra le informazioni riservate che maggiormente circolano in modo indebito: spesso si tratta di combinazioni di numeri e lettere anche molto semplici (al top si colloca la sequenza 123456 seguita da 123456789 e dalla parola ‘password’) per cui è molto facile per gli hacker riuscire a scoprirle. Osservando le password più comuni trovate sul dark web, relativamente all’Italia troviamo ai primi posti nomi propri come “andrea”, “francesco” e “alessandro”, e nomi di squadre di calcio come “juventus” e “napoli”, a dimostrazione della scarsa attenzione che molti utenti dedicano a questi aspetti, inconsapevoli dei rischi che potrebbero correre.

Le carte di credito e l'autenticazione a due fattori

Il numero di telefono è diventato un dato personale particolarmente prezioso perché consente l’accesso a molte piattaforme ed app, che hanno introdotto l’autenticazione a 2 fattori nelle loro procedure di login. Relativamente ai dati delle carte di credito, quasi sempre oltre al numero sono presenti anche cvv (il codice di sicurezza a 3 cifre presente sulle carte) e data di scadenza (nell’88,7% dei casi) e nel 72,5% dei casi si ritrova anche il nome e cognome del titolare, un’occorrenza quest’ultima in forte crescita rispetto al 2020. Anche l’abbinamento di nomi e cognomi con i numeri di telefono ha registrato una forte crescita, giungendo al 47,1% nel 2021.

 

 

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