Lavoro, italiani senza voglia di "faticare"? La realtà è diversa: ecco perchè - Affaritaliani.it

Economia

Lavoro, italiani senza voglia di "faticare"? La realtà è diversa: ecco perchè

L'opinione di Ezio Pozzati

Dopo la pandemia è veramente cambiato il mondo del lavoro? C'è relazione fra proposte di lavoro e disoccupazione?

Lavoro, come può esserci una qualsiasi disoccupazione in presenza di richieste di personale... Sondaggio 

Disoccupazione 9,2%. Non troviamo personale per le nostre attività! Con questi due titoli da giornali possiamo capire che c’è qualcosa che non va nel mondo del lavoro. Come può esserci una qualsiasi disoccupazione in presenza di richieste di personale? Forse la risposta è semplicemente scontata. Allora, ho voluto, in base alle mie capacità e possibilità, fare un sondaggio tra le persone di ambo i sessi e naturalmente delle più disparate età, con e senza esperienza lavorativa.

Cosa ne è emerso? Al di là delle giustificazioni e delle spiegazioni, vi risparmio i commenti, il risultato finale è che c’è una forte mancanza di motivazione, la motivazione è l'espressione dei motivi che inducono un individuo a compiere o tendere verso una determinata azione (fonte wikipedia.it). Per farla breve la risposta più gettonata è stata: “non vado a lavorare perché non ho un obiettivo da  raggiungere”.

Forse due anni di restrizioni del Covid-19 la mancanza di una vita sociale stimolante, probabilmente hanno influito nel generare una specie di apatia. Ho voluto forzare anche con domande su eventuali esigenze personali e alla fine ho riassunto quanto segue: se proprio devo andare a lavorare per comprarmi qualcosa che mi interessa non lo voglio fare tutti i giorni; vorrei fare dei lavori (pulizie, giardinaggio, accompagnamento di persone o animali, il cameriere, settimanale raccolta frutta o verdura e altro) che non siano un “assillo”, ma mi permettano di avere un tempo elastico.

Sorvolo su altre considerazioni fatte e mi pongo una domanda: è veramente cambiato il mondo del lavoro? Ad una sommaria considerazione direi di si, anche se è necessario fare dei distinguo con una domanda: c’è relazione fra proposte di lavoro e disoccupazione? E come si può sopperire? Una risposta me la aspetto dai sociologi che si occupano di analizzare, comprendere e monitorare i fenomeni sociali. Un’altra riposta dovrebbe venire dai sindacati che oltre a difendere i lavoratori teoricamente dovrebbero produrre anche delle soluzioni.

E per finire vorrei fare una proposta. In relazione alle nuove esigenze del mondo del lavoro suggerirei di ripristinare il Voucher. Non voglio ricordare perché sono stati “cassati”, e riproporli in chiave digitale, con l’emissione di carte prepagate intestate a chi presta lavoro occasionale (che è quello che cercano o che fanno magari in nero) così i “nuovi lavoratori” potranno essere assicurati, avere i contributi previdenziali e magari in un futuro non lontano stabilizzare la propria posizione lavorativa.

Con una punta di presunzione, mi viene da dire che anche lo Stato ne gioverebbe ottenendo delle entrate che oggi non ha e sicuramente durante i controlli si dovrebbero trovare davanti dei lavoratori “a tempo” e soprattutto non pagati a due euro l’ora (in questo caso rasentiamo la schiavitù?). E’ possibile “spingere” affinché si possa riordinare, con pazienza, il mondo del lavoro, con il contributo di tutti i soggetti interessati?

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