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Economia
Leonardo, Fincantieri alla finestra su Oto Melara. Gli interessi tedeschi

La trattativa Leonardo Fincantieri per la vendita della ex Oto Melara

Fincantieri finisce alla finestra sull’ex Oto Melara, azienda attiva nella difesa che produce cannoni per le fregate e i guardacoste e componentistica per i carri armati confluita (con i suoi due stabilimenti a La Spezia e a Brescia) nel 2016 nella business unit Sistemi di Difesa di Leonardo e per cui il Ceo Alessandro Profumo ha aperto una trattativa con l’altra grande azienda controllata dallo Stato, in parte attiva anche nel business militare: il gruppo delle navi guidato da Giuseppe Bono.

Il negoziato è in corso da quest’estate e, secondo indiscrezioni, ha rallentato per diverse valutazioni sul prezzo di cessione di circa 300 milioni fra quanto il numero uno di Fincantieri Giuseppe Bono è disposto a mettere sul tavolo e quantoinvece richiesto da Profumo per il deal. “Non commento trattative di mercato”, aveva risposto ad  Affaritaliani.it il capo di Leonardo interpellato a settembre sul tema al Forum Ambrosetti di Cernobbio. 

giuseppe bono fincantieri
Il Ceo di Fincantieri Giuseppe Bono

I contatti fra Leonardo e i due gruppi tedeschi Rheinmetall e  Kmw

A quanto risulta, la contrattazione si sarebbe ulteriormente arenata, con Fincantieri costretta a restare alla finestra dopo che, rivelano alcune fonti industriali vicine al dossier, Profumo avrebbe avviato contatti anche con altri gruppi europei della difesa, in particolare le tedesche Rheinmetall (la maggiore industria teutonica nel campo degli armamenti) e Kmw. Entrambe le società sono interessate ad acquisire un asset con ampio portafoglio ordini, in un business finanziato anche dai governi nazionali (l’ex Oto Melara ha vinto negli ultimi mesi importanti gare d'appalto per la fornitura di cannoni navali a molte marine, tra cui quella canadese e quella spagnola e la fornitura all’esercito dei nuovi tank Centauro) e che che giocoforza spinge in alto il prezzo di vendita. 

Secondo alcuni osservatori, la vendita di alcuni dei pezzi pregiati della business unit Sistemi di Difesa potrebbe rientrare in una sorta di baratto tra Italia e Germania tra l'elettronica per la difesa, Hesoldt, e i sistemi di difesa. Leonardo infatti si è impegnata a comprare una partecipazione del 25,1% nel gruppo teutonico attivo nella produzione di radar e strumentazione elettronica di difesa (Hensoldt) entro la fine dell'anno, un’operazione che potrebbe valere attorno ai 600 milioni di euro e per il cui via libera da Berlino il colosso tricolore di piazza Montegrappa potrebbe proporre come merce di scambio (gli analisti di Banca Akros la valutano in un range fra i 400 e i 440 milioni) proprio la ex Oto Melara.

La cessione, però, andrebbe ulteriormente a potenziare i concorrenti tedeschi già leader mondiali dentro il consorzio comunitario per la costruzione del nuovo carro armato europeo del futuro

(Segue: l'allarme dei sindacati e l'incontro del 16 novembre con Alessandro Profumo)

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