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Economia
Lusso, brand e fatturato: nel 2023 crescono le italiane Gucci, Ferrari e Prada
Gucci modella

Gucci, Ferrari e Prada dominano la classifica del lusso nel 2023. I dati

La forza di un brand risiede nella capacità di comunicare un'immagine chiara e coerente di sè, permettendo ai consumatori di sapere che tipo di prodotti stanno acquistando e quali valori aziendali stanno sostenendo: la cosiddetta brand equity. Secondo la classifica Best Global Brands 2023 realizzata da Interbrand, tra le aziende italiane che illuminano il podio delle top 100 vi sono Gucci, Ferrari e Prada.

Gucci

Come riportato da Forbes, Gucci si posiziona al 34esimo posto nella graduatoria. “Influente, innovativo e progressista, Gucci sta reinventando un approccio completamente moderno alla moda”. E i dati lo confermano nonostante un calo del 2% e una discesa in classifica di 4 posizioni. Il brand infatti ha fatto registrare un valore di 19,969 miliardi di dollari.

Ferrari

Ferrari si posiziona al 70esimo posto. Il valore del brand aumotive, “produttore delle auto più desiderate al mondo, e ora una presenza fissa alla settimana della moda di Milano”, cresce del +16% e si attesta a 10,830 miliardi di dollari, salendo di 5 posizioni.

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Prada

Il valore del brand Prada, all’86esimo posto, rispetto al 2022 è cresciuto del 12% e viene valutato 7,321 miliardi di dollari. Le strategie di crescita di Prada si estendono oltre la moda tradizionale, con il lancio di Prada Eternal Gold, Adidas Football for Prada e la collaborazione con Axiom Space per la produzione di tute spaziali lunari.

Bilancio 2023

Un anno di stabilità: è questo il bilancio del 2023 dell’industria della moda italiana, che stima di chiudere i 12 mesi con un fatturato di 111,7 miliardi di euro, in crescita del 3,2% , una percentuale molto distante dal +16,9% registrato l’anno precedente.

"È un consolidamento–commenta Ercole Botto Poala, presidente di Confindustria Moda al Sole 24 Ore-  dopo un 2022 di ripresa di volumi importanti. L’anno era iniziato molto bene, ma nella seconda parte ha iniziato a risentire dell’aumento dei pezzi e della riduzione della domanda. L’uscita dalla Via della Seta non è stata certo improvvisa. Ma non sappiamo ancora quali saranno le conseguenze".

"È necessario dunque puntare sulle sinergie, per ampliare i vantaggi dello sviluppo tecnologico, secondo i principi dell’open innovation. Oggi è la velocità nel fare sistema a rendere competitiva un’azienda", conclude Botto Paola.

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