"Oro, il rally è finito: dopo il picco, il bene rifugio per eccellenza perde slancio. E le previsioni non sono rassicuranti" - Affaritaliani.it

Economia

"Oro, il rally è finito: dopo il picco, il bene rifugio per eccellenza perde slancio. E le previsioni non sono rassicuranti"

Il commento a cura di Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia

di Rosa Nasti

Oro in frenata: dopo il rally, il futuro appare grigio. Ecco cosa dice l'esperto

Dopo la corsa sfrenata che ha spinto l’oro a un record di 3.500 dollari, il metallo giallo sembra aver perso un po’ di brillantezza. Il rally rallenta, e gli scenari si dividono: c’è chi scommette su un nuovo balzo fino a 4.000 dollari entro fine anno, ma crescono anche le voci più prudenti che temono un ritorno verso i 3.000 o peggio. A frenare l’entusiasmo potrebbe essere l’intesa sui tra Cina e Stati Uniti: meno tensioni globali, meno domanda di beni rifugio. Ma davvero l’accordo basta questo a spegnere l’appeal dell’oro? Affaritaliani.it ne ha parlato con Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia.

"Crediamo che la discesa dei prezzi dell’oro, registrata negli ultimi giorni, sia principalmente legata alla diminuzione della domanda degli investitori per i beni rifugio. Questo cambiamento è dovuto alla sospensione dei dazi verso la Cina, all’allentamento delle tensioni geopolitiche e al miglioramento degli indicatori economici, che hanno rafforzato la fiducia degli investitori verso asset più rischiosi", spiega l'esperto. "

"Inoltre, le quotazioni del metallo prezioso hanno risentito anche del rafforzamento del dollaro sui mercati valutari, che hanno reso l’oro più costoso per gli investitori stranieri, diminuendone la domanda. Le nostre prospettive di medio/breve sono ribassiste e sono fissate per un possibile ritorno verso la soglia dei 3000 dollari," e conclude: "È evidente che l’oro rimane un elemento importante in un portafoglio diversificato e la sua performance nel lungo termine dipenderà da ulteriori sviluppi nelle relazioni commerciali tra Stati Uniti e i paesi colpiti dai dazi, nei dati macroeconomici e nelle politiche delle banche centrali."

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