Quantitative easing, Draghi compra i bond di Eni, Enel e Luxottica - Affaritaliani.it

Economia

Quantitative easing, Draghi compra i bond di Eni, Enel e Luxottica

Spread Btp-Bund, il mercato scommette su azione Bce anti-Brexit

Ci sono obbligazioni di molte imprese legate al settore energetico - da Eni e Enel, da 2I Rete Gas a Snam, passando per Hera, A2A, Acea, Iren - ma anche Ferrovie, Poste, Rai, Luxottica, fra i titoli di 55 emissioni corporate acquistati dalla Banca d'Italia nella nuova fase del quantitative easing varato dalla Bce. Questi corporate bond, ricorda una nota di Via Nazionale, acquistati "nell'ambito del Corporate Sector Purchase Programme (CSPP), annunciato dalla Bce il 21 aprile scorso, sono utilizzabili nelle operazioni di prestito titoli al fine di evitare fenomeni ripetuti di mancato regolamento e per contrastare episodi distorsivi dei prezzi sul mercato".

Le transazioni - continua Bankitalia - "saranno neutrali sotto il profilo della liquidità (cash-neutral); pertanto le operazioni a pronti garantite da collaterale saranno compensate da operazioni complementari a termine aventi stessa data valuta e in linea di principio stessa controparte". Se da un lato abbiamo gli investitori nel settore bancario italiano che assistono impotenti alle perdite di valore dei titoli finanziari del paese leccandosi le ferite, dall’altra parte c’è chi sta festeggiando le proprie vittorie. Oltre ai corporate bond acquistati dalla Bce ci sono anche quanti hanno investito in titoli del debito governativo. I gestori hanno aumentato le operazioni di acquisto di bond dell’area periferica europea dopo che con il referendum sulla Brexit il Regno Unito ha deciso di uscire dall’Unione Europea, riducendo così lo spread tra i tassi dei titoli di riferimento del debito italiano e quelli dell’omologo Bund decennale.

Lo spread è sceso ai minimi da inizio luglio. Un contributo lo offre senza dubbio anche il programma di acquisto di titoli obbligazionari dell’area euro in corso da parte della Bce. La banca centrale sta acquistando a un ritmo sempre più sostenuto bond dell’area periferica. I più premiati sono i titoli di Spagna e Italia. Gli investitori stanno scommettendo che il vuoto lasciato dalla decisione choc del Regno Unito di lasciare l’Unione Europea venga colmato dalle operazioni della Bce, la quale finirà inevitabilmente per sostenere le economie più fragili e maggiormente a rischio dell’Eurozona, come la terza e quarta forza della regione, Italia e Spagna.

È così che i prezzi dei bond italiani salgono, anche se rimangono intatti sia i timori sullo stato di salute del sistema finanziario, sia l’incertezza sulle manovre che verranno attuate per rimettere in sesto i tanti gruppi con le pance piene di sofferenze lorde e livelli patrimoniali non abbastanza solidi. Qualcosa in più sulle loro capacità di reggere a eventuali choc si saprà a fine luglio, quando la stessa Bce pubblicherà i risultati degli ultimi stress test. I titoli del settore bancario italiano hanno perso circa il 17% da quando è stato reso noto l’esito, inatteso, del referendum sulla Brexit. Il piano di acquisto di Bond della Bce è sempre più sbilanciato in favore di Italia e Spagna. Il fatto che il quantitative easing, il programma di acquisto di Bond della Bce, sia sempre più sbilanciato in favore di Italia e Spagna lo dicono i numeri. In giugno, secondo quanto riportato da RBS, l’aumento è stato dell’1,5% per i Btp e dell’1,2% per i Bonos.