Economia
Ristoranti, Trippa chiude il weekend. Miscusi replica con la svolta: "Noi apriamo anche il pomeriggio, sette giorni su sette"
Il Ceo di Miscusi Alberto Cartasegna: "La ristorazione può essere sostenibile anche con orari estesi"

Ristoranti, Trippa chiude il weekend. Miscusi replica con la svolta
In un settore tanto strategico per l’Italia quanto sempre più a rischio tracollo, Miscusi fa una scelta coraggiosa: orari continuati da pranzo a cena, sette giorni su sette ma chiusi a Natale e Pasqua, da sempre, per ospitare i nonni soli. Una risposta in controtendenza alla recente decisione di Trippa di chiudere nel weekend per dare equilibrio alla propria brigata.
“Comprendo le motivazioni della scelta di Trippa e ne rispetto profondamente l’intento. Il nostro mestiere può essere logorante: turni spezzati, weekend obbligati, nonnismo, nero, tanto nero…questo è lo standard. Lavoro nella ristorazione da vent’anni: ne avevo 14 quando portavo le pizze a domicilio, 18 quando a Londra lavavo i piatti. Dormivo tra un turno e l’altro sui sacchi della lavanderia e piangevo esausto in cantina a fine turno. La ristorazione può e deve essere meglio di così. Serve rispetto, ma anche metodo, tecnologia e coraggio per rendere questo lavoro un desiderio e non un sacrificio. Ogni giorno lavoriamo per alleggerire il lavoro nei ristoranti, renderlo più piacevole, meno pesante, ridurre il numero di persone necessarie a fare quelle attività e pagarle di più! Chiudere, per Miscusi, non è la risposta giusta. L’Italia senza ristoranti nel weekend non sarebbe l’Italia. Vogliamo continuare a far vivere quei momenti che sanno di casa, in cui le famiglie vengono a trovarci con i bambini, con 50€ ci mangiano in quattro, i ragazzi smaltiscono la sbornia del sabato sera e i turisti che si guardano intorno increduli...è l’anima della nostra cultura, non perdiamola”, spiega Alberto Cartasegna, CEO e fondatore di Miscusi.
Mentre il settore parla spesso di “grandi dimissioni”, Miscusi lavora sulla permanenza e sulla crescita interna. Nel solo 2025 sono stati inseriti oltre 60 nuovi collaboratori, di cui 30 già avviati in percorsi di crescita strutturati. Dieci di loro diventeranno manager entro la fine dell’anno. Tutti gli attuali restaurant manager sono cresciuti all’interno dell’azienda, grazie a un percorso che può portare fino a 40.000 euro di retribuzione annua (compresi bonus) e alle stock option previste dal piano di azionariato diffuso.
Miscusi investe costantemente nella sua scuola interna di formazione che unisce training sul campo e corsi digitali: nel solo 2025 ogni dipendente ha ricevuto in media oltre 50 ore di formazione, per un investimento complessivo pari a 200.000 euro. Nel 2026 sono già programmate circa 100 nuove assunzioni che andranno a sostenere il piano di espansione.
“Otto anni fa sono stato il primo restaurant manager di Miscusi. Vengo da una famiglia di ristoratori ma per imparare davvero il mestiere sono dovuto andare a studiare all’estero. In Italia ci sono ancora poche realtà che insegnano come si fa ristorazione in modo serio e rispettoso delle persone. Oggi guido il team delle risorse umane con l’obiettivo di dare a chi lavora con noi una possibilità concreta di crescere, imparare e diventare dei professionisti in questo meraviglioso settore che è la ristorazione. Crediamo nel potenziale delle persone e per farlo emergere serve un ambiente che non le consumi, oltre a tanta voglia di “mettere le mani in pasta” con la giusta umiltà. Anche con orari estesi garantiamo equilibrio: turni organizzati con due settimane di anticipo, rotazioni nel weekend, piano ferie annuale, incentivi economici per tutti i livelli. La differenza sta nella cultura aziendale e nei valori che mettiamo al centro”, racconta Matteo Mozzetti, Head of People di Miscusi.
Miscusi dimostra che la ristorazione può essere un settore sano anche dal punto di vista economico: l’azienda chiuderà il 2025 con il miglior risultato di sempre, sfiorando i 2 milioni di EBITDA. Oggi conta 21 ristoranti attivi e serve oltre 1 milione di clienti all’anno. In arrivo nuove aperture in Italia e in Svizzera. Il menù continua a evolvere, con scelte sempre più attente non solo al gusto, ma anche all’ambiente e alla salute. Le emissioni i co2e del menu hanno già raggiunto gli obiettivi UN per il 2030 e la dieta mediterranea continua a governare le scelte di bilanciamento nutrizionale di ogni piatto. Il marchio ha ri-ottenuto la certificazione B Corp migliorandone ulteriormente il punteggio e, nel 2025, anche la certificazione per la parità di genere (il 51,5% del team è composto da donne. In azienda si entra per lavorare ma si resta per costruire.
Il modello Miscusi si fonda su valori chiari: turni equilibrati, stipendi trasparenti e adeguati, benefit concreti, bonus di performance, piani di azionariato dedicati, leadership inclusiva. Con questo approccio, Miscusi non insegue semplicemente il fatturato: costruisce un futuro. Per chi entra nei suoi ristoranti, ma soprattutto per chi ci lavora ogni giorno.
