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Economia
Trapianti di pelle con stampante 3D: la rivoluzione nella cura e nell’estetica

Estetica e salute: la svolta dei trapianti di pelle 3D. Ecco cos'è e cosa utilizza

Il mercato dei trapianti di pelle è un settore economico esplosivo, per capacità espansiva, incidendo sul settore sanitario ma anche su quello dell’estetica. Ad oggi un singolo trapianto, anche minimo, di un parte di pelle, di media costa non meno di 10.000 euro. Un settore che per gli esperti vale miliardi di dollari. Lo fa soprattutto chi ha avuto ustioni e incidenti ma le applicazioni mediche hanno valicato il campo ricostruttivo aprendosi all’estetica diffusa. Incide sulla chirurgia ricostruttiva del corpo, del viso e persino nei trattamenti dei capelli umani. Ogni anno nel mondo si verificano oltre 11 milioni di lesioni da ustioni, 180.000 delle quali risultano fatali. Ad oggi la pelle bioingegnerizzata poteva e può essere prodotta manualmente, ma con un processo lungo e molto costoso.

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Secondo il rapporto pubblicato da Zion Market Research, anche solo la dimensione del mercato globale dei bisturi utilizzati per l’innesto cutaneo è valutato nel 2023 1.169,78 milioni di dollari e si prevede raggiunga i 2.612,86 milioni di dollari entro la fine del 2032. Ma in questi giorni i ricercatori della Pennsylvania State University hanno stampato, in 3D, tessuto cutaneo umano vivente. Sarebbero i primi al mondo ad esserci riusciti, con possibili utilizzi in ogni ambito umano, hanno spiegato, pubblicando la ricerca del lavoro sulla rivista specializzata Bioactive. L’applicazione è stata utilizzata sulle ferite aperte dei ratti e non ha avuto rigetto.

Gli innesti cutanei, anche se muovono un mercato economico enorme quanto delicato, presentano problematiche non irrilevanti, sotto il profilo della perfetta riproduzione del tessuto umano.

"La chirurgia ricostruttiva, per correggere traumi al viso o alla testa, dovuti a lesioni o malattie è solitamente imperfetta, con conseguenti cicatrici o perdita permanente di capelli", ha affermato Ibrahim Ozbolat, professore di ingegneria della Pennsylvania State University, autore principale della ricerca pubblicata.

La tecnica usata dagli americani si basa su un’innovazione concettuale. Il gruppo di ricercatori avrebbe riparato perfettamente il tessuto danneggiato grazie a un nuovo approccio che prevede la stampa rispettivamente degli strati inferiori e intermedi della pelle, dell’ipoderma e del derma medio, consentendo allo strato superiore, quella che si chiama epidermide, di riformarsi da solo con il passare del tempo, cioè senza intervento umano. Nell’arco di due settimane, l’epidermide si è riformata sopra gli strati di ipoderma e derma stampati in 3D. Ai ratti sono addirittura ricresciuti i peli, spuntando dalla pelle. "Questo è un passo avanti verso la possibilità di ottenere una ricostruzione della testa e del viso più naturale ed esteticamente gradevole negli esseri umani", ha spiegato Ozbolat alla rivista.

Gli scienziati hanno prodotto una sorta di bioinchiostro, composto da tre componenti: una rete di proteine ​​e cellule staminali, entrambe estratte dal tessuto adiposo umano raccolto da pazienti operati e infine una soluzione coagulante che aiuta a tenere tutto insieme sullo strato lesionato, in questo caso del ratto, sul quale è stato direttamente stampata la pelle in 3D.

Il mese scorso il team ha ottenuto un brevetto per propria tecnica dall’Ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti. Il sistema è stato ribattezzato di bioprinting. Ora bisognerà pensare agli interventi sul corpo umano che potranno davvero rivoluzionare il settore delle ricostruzione estetica e la chirurgia ricostruttiva dei traumi della pelle.






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