Il Dalai Lama sfida la Cina: "Un successore dopo di me". Torna l'incubo del bimbo di 8 anni rapito - Affaritaliani.it

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Il Dalai Lama sfida la Cina: "Un successore dopo di me". Torna l'incubo del bimbo di 8 anni rapito

La guida spirituale aveva già indicato il suo erede nel 1995 ma finì malissimo

di Redazione Esteri

Il Dalai Lama prepara la sua successione. Sfida lanciata alla Cina (ma c'è un drammatico precedente)

Il Dalai Lama, Tenzin Gyatso, ha compiuto 90 anni e durante la festa di compleanno ha fatto un annuncio solenne: "Affermo che l'istituzione del Dalai Lama sarà perpetuata", ha affermato nel messaggio letto nel monastero di McLeod Ganj, nell'India settentrionale, dove vive in esilio da quando il Tibet è passato sotto il controllo della Cina. Un messaggio, quello della guida spirituale del Buddismo tibetano, rivolto proprio a Pechino e non a caso, visto il drammatico precedente del 1995. Quando il Dalai Lama elevò allo stato di Panchen Lama un bambino di appena 8 anni, Gedhun Choekyi. Subito dopo l'investitura però la Repubblica Popolare Cinese rapì il piccolo e lo sostituì con un nuovo Panchen Lama scelto dal governo di Pechino: Qoigyijabu, proveniente da una famiglia cinese e figlio di genitori iscritti al Partito Comunista Cinese.

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A distanza di trent'anni da questi eventi, il piccolo Gedhun Choekyi Nyima non è più stato visto in pubblico e le sue sorti rimangono sconosciute. Ma il Dalai Lama insiste e annuncia "il processo di riconoscimento" di una nuova massima autorità spirituale del Buddismo tibetano che "sarà di esclusiva competenza dei membri del Gaden Phodrang Trust, l'Ufficio di Sua Santità il Dalai Lama", l'unico "ad avere l'autorità di riconoscere la futura reincarnazione". Il XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso, nella dichiarazione odierna, ha ribadito che "nessun altro ha la stessa autorità per interferire in questa questione", escludendo qualsiasi ruolo di Pechino. Immediata la replica della Cina: "Il successore del Dalai deve essere approvato dal governo centrale cinese". Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning.

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