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Esteri
Guerra in Ucraina: molti russi con Putin, gli altri nel terrore. Il racconto

La guerra in Ucraina vissuta dai russi

"All'esterno forse sfugge una cosa: in molti stanno ancora con Vladimir Putin". Oleg (nome di fantasia) racconta dall'interno la Russia post invasione in Ucraina. E il suo racconto restituisce una prospettiva diversa su quanto sta accadendo a Mosca. Con dettagli che fanno capire l'impatto delle decisioni dell'occidente ma anche che pensare a un golpe anti Putin è forse un esercizio di fantasia (almeno per il momento) un po' troppo ardito. 

"Qui non se lo aspettava nessuno. Nessuno pensava davvero che un'invasione fosse possibile. Conviviamo con le tensioni con l'Ucraina e la Nato da diversi anni ma mai ci saremmo immaginati che si sarebbe arrivati a una guerra di questa portata", racconta Oleg. "L'impressione è che non se l'aspettassero neppure la maggior parte dei membri del governo e tantomeno i media. E' apparso chiaro che almeno all'inizio la macchina mediatica non era pronta alla narrazione propagandistica su quanto stava accadendo".

Capire i motivi è difficie. Non è dato sapere se la scelta sia stata davvero personale, quasi individuale, di Putin oppure fosse stata concertata all'interno di un cerchio stretto. Quello che però si può vedere da diversi segnali è che il presidente russo si aspettava una soluzione ben diversa, soprattutto ben più rapida. "Spesso c'è chi mente al grande capo, per timore gli si dice quello che vorrebbe sentire. Forse i sottoposti hanno detto a Putin che in Ucraina l'esercito avrebbe trovato una resistenza minore, o che persino in alcune parti sarebbe stato quasi accolto come una forza liberatrice".

Guerra in Ucraina. "Sanzioni? Colpiscono chi vorrebbe andarsene dalla Russia"

Così, come si sta vedendo chiaramente, non è stato. E ora la Russia deve fare i conti con una situazione sul campo di complessa soluzione e un'economia che appare sulla strada dell'autodistruzione. Oleg, però, ritiene che le sanzioni stiano colpendo anche qualcun altro: "Le sanzioni occidentali non colpiscono tanto gli oligarchi quanto le persone che non approvano la guerra e sono contrarie al sistema di potere putiniano. Perché dico questo? Perché se si bloccano le carte di credito russe all'estero di fatto si impedisce ai cittadini russi di lasciare il paese".

Continua il racconto: "Diverse persone che conosco sono uscite dalla Russia per paura o per scappare ma poi alcune di loro sono rientrate perché con le carte bloccate non avevano modo di sostenere la permanenza all'estero. E' difficilissimo capire che cosa fare". Dall'esterno ci si attende che i russi possano organizzare un golpe o una rivoluzione per sbarazzarsi di Putin. Ma secondo quanto racconta Oleg non è così semplice: "Questo è un sistema di potere che si è rafforzato e ramificato in oltre due decenni. Non si può pensare di eliminarlo dall'oggi al domani".

Anche perché c'è anche chi sostiene le decisioni di Putin. "Molti russi sono d'accordo con quanto si sta facendo in Ucraina. Hanno creduto alla versione che sostiene che se la Russia non attaccava l'Ucraina sarebbe stata attaccata dalla Nato. Dunque sarebbe una sorta di missione per salvare la Russia. Sono in tanti a crederlo, così come in molti credono alla necessità di denazificazione e ci sono famiglie che discutono o si stanno anche spaccando perché all'interno vedono quanto sta accadendo in maniera opposta. E' una cosa estremamente dolorosa".

Guerra in Ucraina, niente mascherine in Russia per riconoscere chi protesta

Chi non approva, invece, vive nella paura. "Le autorità richiedono che non si indossino più le mascherine nei luoghi pubblici perché col riconoscimento facciale si punta a riconoscere chi ha partecipato a manifestazioni di protesta per arrestarl. Le autorità di sicurezza sono presenti come non mai e a girare per strada è difficile potersi sentire sicuri". Ovviamente le prime vittime sono gli ucraini ma anche tanti russi stanno subendo la situazione "All'inizio mi vergognavo di quanto sta accadendo semplicemente per la mia provenienza, ora però mi accorgo che popolo e governo sono due cose diverse. Spero che il mondo se lo ricordi quando questa guerra sarà finita".

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