Esteri
"Mariupol non esiste più". Rapiti 150 bimbi, morto il capo missione ucraino



Il ministro degli Esteri Kuleba: "I nostri continuano a lottare ma Mosca vuole radere al suolo la città ad ogni costo"
Guerra Russia Ucraina, Putin ha ormai conquistato la "città martire"
La guerra in Ucraina continua senza sosta. Si combatte ormai da 55 giorni e non esiste più la possibilità di un negoziato. Kiev era stata chiara, "in caso di perdita di Mariupol ogni trattativa di pace salterebbe" e le ultime notizie che arrivano dal fronte parlano proprio di una resa vicina per gli ucraini nella città portuale che affaccia sul Mar d'Azov. Le forze armate russe hanno portato via dalla città portuale assediata di Mariupol fra i 130 e i 150 bambini: la stima, riportata dal Gruppo per i diritti umani in Crimea citato dalla testata Ukrinform, è del consigliere del sindaco di Mariupol, Petro Andryushchenko. Nella maggior parte dei casi, secondo il funzionario, si tratta di bambini che erano ricoverati in ospedale e in molti casi avevano perso i genitori, ma questo non significa che non ci fossero parenti stretti in grado di adottarli, segnala l'organizzazione.
La città di Mariupol "non esiste più": lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, in un'intervista alla Cbs. "I soldati ucraini e i civili rimasti sono circondati dalle forze russe. Continuano a lottare ma il comportamento delle truppe di Mosca fa pensare che ci sia l'intenzione di radere al suolo la città ad ogni costo", ha aggiunto Kuleba. Volodymyr Baranyuk, comandante della trentaseiesima brigata di fanteria marina delle forze armate ucraine, è stato trovato morto a Mariupol. Lo ha annunciato il vice capo delle milizie separatiste filorusse del Donetsk, Eduard Basurin. Secondo Basurin, Baranyuk potrebbe essere stato ucciso durante il tentativo di fuga dalla città assediata di un centinaio di militari ucraini, lo scorso 12 aprile.