Esteri

Ucraina, dal cinismo di Putin un insegnamento per l'Europa

L'opinione di Gianni Pardo

Se l’Occidente si allarma a sufficienza, e si dota di fonti energetiche diverse da quelle russe, potrebbe un giorno applicare qualcosa di più di alcune sanzioni

Crisi Ucraina, la Russia teme la Nato ma l'Europa tragga insegnamento 

Mosca annuncia il ritiro delle forze armate russe dalla zona di frontiera con l’Ucraina e la fine della minaccia militare all’Ucraina. Non basta: mette in rete anche un breve documentario con i carri armati russi che salgono a decine sulle piattaforme ferroviarie per essere riportati ad est. Per molti la storia dovrebbe finire qui, ma ecco che il Presidente americano, malgrado il suo aspetto mite, si dice scettico. Insomma, non crede ancora al ritiro. Aspetta altri fatti concludenti. Come gli avranno detto i suoi generali, i carri armati saliti sul treno, per dire, a Milano, potrebbero benissimo scendere a Monza e far ritorno a Milano coi loro mezzi.

Per millenni i belligeranti – o quelli che stanno per esserlo – hanno mentito a tutto spiano. Ed è normale: nessuno è tenuto alla lealtà con il nemico. Ma la tecnologia arriva dove non arriva la morale. Oggi i satelliti sono capaci di vedere una pecora dallo spazio, figurarsi se non vedono i carri armati. Dunque Biden aspetta non che Mosca dica che si ritira ma che i satelliti dicano che si è ritirata.

Non soltanto gli americani dispongono di questi mezzi, ma ne dispongono anche i terzi, e questi potranno confermare o smentire le affermazioni degli interessati. Insomma certe verità – come la posizione delle navi, dei carri armati o delle colonne di autocarri militari – non potranno più essere falsificate. E questo è un bene. Perché viene limitata la follia dei comandanti.

La guerra è un evento tanto complesso che von Moltke ha potuto affermare che “nessuna battaglia si svolge nel modo che si era previsto”. Tante sono le sorprese e le variabili. Alcune non dipendono dall’uomo (come il clima e le meteore) altre dipendono dal caso, da errori od equivoci, ed altre infine sono determinate volontariamente da stratagemmi del nemico. Per esempio la mimetizzazione degli obiettivi in modo che non si distinguano dal panorama circostante. Durante la Seconda Guerra Mondiale gli inglesi hanno anche costruito dei falsi aeroplani di cartone o di legno perché i tedeschi sprecassero le bombe cercando di distruggerli.

Fra gli stratagemmi ci sono ovviamente le bugie. Ma esse sono tanto più difficili da spacciare quanti più strumenti l’avversario ha per smascherarle. Per questo credo che Putin stia dicendo la verità: perché sa benissimo che gli americani, e tutti gli altri, dispongono dei mezzi per controllare la veridicità delle sue affermazioni. Mentendo farebbe inutilmente una cattiva figura. Il dividendo dovrebbe essere molto alto, per accettare di pagare questo prezzo.

Viceversa non capisco Putin quando dice che Mosca non può tollerare di avere la Nato alla frontiera. Non perché ognuno non abbia diritto di proclamare le proprie intolleranze, ma perché la Nato alla frontiera ce l’ha già con l’Estonia, la Lettonia e la Romania. Inoltre, se consideriamo che la Bielorussia è a metà strada tra una colonia e una parte della Russia, avrebbe anche una frontiera con la Lituania e la Polonia.

Né si comprende appieno perché definisca la Nato aggressiva. Aggressiva sarebbe se avesse l’intenzione di invadere la Russia. Ma la Nato è stata, sin dalla sua fondazione, un’alleanza difensiva. Se gli Stati Baltici e gli altri, appena è stato loro possibile, si sono precipitati ad aderire alla Nato è stato per paura della Russia, non per partecipare al suo attacco.

Quand’anche così non fosse per statuto, la Nato è composta prevalentemente da Stati che attualmente (esclusi gli Stati Uniti e forse la Gran Bretagna) sono visceralmente allergici alle armi e alla guerra. E infatti uno dei massimi difetti dell’Unione Europea – un difetto tanto grande che essa conta pochissimo nello scenario internazionale – è la mancanza di un armamento serio e di un comando unificato. Dal punto di vista militare, non la prende sul serio nessuno.