Esteri
Gli Usa diventano autarchici: Joe Biden è una copia sbiadita di Donald Trump

Per la sicurezza nazionale statunitense il "consenso di Washington" a favore delle politiche economiche neoliberiste è morto: addio al libero scambio
La Cina è cresciuta a dismisura proprio grazie ad una politica statunitense che ha contribuito a renderla, pro domo suo, la fabbrica del mondo. Al gigante economico statunitense che puntava all'alta specializzazione e alla tecnologia, conveniva produrre a basso costo nell’allora ancora poco sviluppata Cina. Ed è per questo che Clinton le ha aperto le porte del Wto, dando inconsapevolmente avvio a quel l'irreversibile processo, che ha portato l'economia cinese a sfidare il gigante a stelle strisce e contenderle, da alcuni anni, la prima posizione come potenza economica mondiale. Sola ora ci si è resi conto degli errori di leggerezza commessi in politica estera, da Clinton prima e soprattutto Obama dopo.
E come in una sorta di nemesi sembra toccare proprio a Biden, vicepresidente e responsabile di molti dossier esteri, primo tra tutti, proprio quello con la Cina (che non a caso nel 2020 nemmeno troppo velatamente si augurava una sua vittoria su l'odiato Trump) sotto all’amministrazione Obama, ora cercare di cambiare quella fallimentare strategia dell'apertura verso oriente e quel distacco dalla Nato. Organizzazione atlantica a cui Trump ha tolto finanziamenti e potere, ma il cui ruolo militare, strategico e politico ormai da tempo era stato completamente svuotato. Gli Usa non hanno più intenzione (né forse più la possibilità) di continuare a fare da guardiani del mondo. Questo era il messaggio che trapelava già con Obama, ma che è diventato chiarissimo ed evidente con Trump.
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Biden non ha potuto che continuare il percorso in politica estera, lasciato dal suo predecessore, ma commettendo errori marchiani, come quello del disastroso ritiro dall’Afghanistan. Ora la guerra in Ucraina ha certamente rappresentato uno shock che potrebbe anche determinare un cambio di svolta momentaneo, ma senza grandi stravolgimenti sulla direzione intrapresa dagli Usa in politica estera. "Il nostro obiettivo è una base tecno-industriale forte, resiliente e all'avanguardia in cui gli Stati Uniti e i suoi partner che la pensano allo stesso modo, economie consolidate ed emergenti, possano investire e su cui fare affidamento insieme" Ha affermato sempre Sullivan.