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USA, le proteste banco di prova per la democrazia e il Coronavirus
(fonte Lapresse)

USA, le proteste banco di prova  per la democrazia e il Coronavirus

Le proteste negli Stati Uniti sono un incredibile banco di prova  della virulenza del Coronavirus. Se fra qualche giorno i contagi non saranno aumentati, dopo assembramenti inimmaginabili, guerriglia urbana in tante città americane, significa che il virus o è scomparso, morto o si è distratto. Alla faccia di tanti virologi, epidemiologi o solo ‘uccelli del malaugurio’.

Purtroppo però le proteste scatenate dall’omicidio di George Floyd da parte della polizia sono anche il banco di prova del concetto di democrazia in un Paese che della democrazia ne ha sempre fatto una bandiera e che ora ne ha un disperato bisogno.

Un Paese che in questo momento ha bisogno di simboli di unità e democrazia. Simboli che possono arrivare da chi, di questi simboli, ne ha fatto carta straccia. Questi simboli devono venire dagli uomini in uniforme.

Le immagini della violenza del poliziotto e dei suoi compagni che attorno all’uomo ammanettato a terra a Minneapolis hanno nauseato tutto il mondo e distrutto l’immagine della polizia americana.

Ma fortunatamente qualcosa si sta muovendo nelle coscienze della maggior parte dei poliziotti scesi in piazza a contrastare i manifestanti. Un qualcosa che non si era mai visto. Un qualcosa che fa ben sperare per il futuro. Fatti inimmaginabili solo un mese fa sono successi a Atlanta, Denver, in California, a Minneapolis, a Los Angeles e in molte altre città del Paese.  

Tutto è cominciato con il Comandante Cory Palka capo di una divisione della polizia di Los Angeles, un veterano con 33 anni di esperienza che stava guidando le attività di confronto con i manifestanti. Venti minuti prima del coprifuoco, senza casco, con soli due uomini e un megafono Palka si è messo al centro del gruppo di manifestanti e ha detto ‘ sappiamo quello che volete, abbiamo sentito e letto ciò che dite, non penso che fra voi e noi ci sia molta distanza. Io sono un normale zio che cerca di fare il meglio per la sua comunità. Non vogliamo sparare, né ferire e nemmeno dispiegare le centinaia di agenti a disposizione contro di voi’.

E poi sorprendendo tutti Palka ha detto ‘se mi inginocchio di fronte a voi con i miei agenti mi date la vostra parola che ve ne andrete pacificamente prima del coprifuoco? Io vi dò la mia che non incontrerete nessuno'.

E la foto degli agenti inginocchiati ha fatto il giro della rete e cambiato l’immagine degli agenti americani. La scena ha fatto scuola e agenti inginocchiati e agenti che stanno abbracciando i manifestanti non sono state rare.

Purtroppo però nell’altro lato i manifestanti di estrema sinistra di Antifa, teppisti, farabutti e ladri hanno messo a ferro e fuoco centri, distrutto auto e alimentato una guerriglia insana. Auto con le sirene, proiettili di gomma, elicotteri in volo, centinaia di arresti in una scia di violenza che sembra senza fine.

Una guerriglia talmente forte da far minacciare a Trump l’uso dell’esercito per mettere fine a tutto.

Come finirà non è detto saperlo certo è che gli agenti inginocchiati sono rimasti negli occhi di tanta gente, qualcosa per dimenticare il maledetto sguardo del poliziotto che stava soffocando George Floyd.

 

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