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Giustizia, Conte a Draghi: “Senza modifiche difficile votare la fiducia”

Lapresse
L'ex premier vede gli eletti a Montecitorio e manda un messaggio al capo del governo: difficile votare la fiducia sulla giustizia senza modifiche
Sulla riforma del processo penale "in pochi giorni capiremo se le nostre richieste hanno trovato accoglimento o meno. È chiaro che una prospettiva di fiducia alla riforma senza alcune modifiche sarebbe per noi difficile", sono queste le parole pronunciate dal capo politico in pectore del M5S Giuseppe Conte, ai deputati M5S. Sillabe fatte filtrare all’Adnkronos e che confermano i virgolettati usciti sul Fatto Quotidiano domenica mattina ma prontamente smentiti dall’ex premier. La manovrabilità è ridotta, “ci sono margini di manovra ristrettissi”, dice Conte ai suoi che comunque assicura: “Io li sto sfruttando tutti e ce la sto mettendo tutta".
Il filo diretto con il premier Draghi sta consentendo una serie di proposte di rivisitazione “all’impianto base” votato nel Cdm all’unanimità. Il leader pentastellato sa che rompere adesso non porterebbe nulla di buono ai 5 Stelle. "Sto chiedendo – continua - una serie di interventi consapevole che la maggioranza è molto ampia ed esprime ben differenti sensibilità. Ma abbiamo tracciato delle linee e dei punti fermi, insieme, con una squadra di lavoro tecnica, a partire dai reati di mafia, terrorismo e corruzione". Sarebbe questo infatti il punto di caduta per raggiungere un’intesa. Della “squadra tecnica” fanno parte i 4 ministri che siedono di fianco a Draghi: Luigi Di Maio, Stefano Patuanelli, Federico D’Inca e Fabiana Dadone. Ma anche l’ex guardasigilli Alfonso Bonafede fa parte del cerchio (molto critico nei confronti dei colleghi per il via libera in Cdm alla riforma Cartabia).
Conte è attento comunque a far sapere che c’è in corso un confronto "costruttivo con Draghi”, a cui ha “chiarito che la proposta come originariamente formulata pone problemi serissimi al Movimento". Talmente seri da poter compromettere la tenuta del governo visto il semestre bianco praticamente già attivo (scatta il 3 agosto ma è come se fosse già in vigore visto il tempo minimo che rimarrebbe al capo dello Stato di sciogliere le Camere e indire nuove elezioni). L’obiettivo dell’avvocato è duplice: migliorare la riforma della giustizia e tenere insieme i pentastellati ancora troppo divisi e in cerca di una guida. "Quando parlavo di una leadership forte – sottolinea Conte - non era per un interesse personale ma per il bene del movimento. C'è necessità di una leadership chiara e forte per interloquire con il governo e ottenere dei risultati", e chissà se salvando la bandiera identitaria della giustizia Conte riuscirà definitivamente a trasformare i “grillini” in “contini”.