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Piombino, continua il declino: discarica raddoppiata e ospedale chiuso
di Massimiliano Alberti - Piazza Bovio, Piombino

Di Comitato di salute Pubblica della Val di Cornia 

PIOMBINO – Nel bicentenario della morte di Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone e Granduchessa di Toscana e Principessa di Piombino (dal 1805 al 1808), l’omonima cittadina di circa 30mila abitanti che si affaccia sul mare dell’isola d’Elba ha ben poco da festeggiare. Da un lato la ripresa dei conferimenti di rifiuti speciali concessi dalla Regione Toscana (dopo lo stop di novembre scorso per discarica non a norma dal punto di vista ambientale) alla società di Rimateria e dall’altro la preoccupazione per la chiusura dell’ospedale di Villamarina lasciano l’amaro in bocca non solo al Comitato Salute Pubblica (circa 500 iscritti) ma a tutti i cittadini piombinesi che, nel maggio scorso, hanno deciso di votare per il centro-destra dopo settant’anni di ininterrotto governo di centro-sinistra.

All’orizzonte si profila il raddoppio della suddetta discarica per quasi 3 milioni di tonnellate di rifiuti speciali a meno di 200 metri dalle abitazioni, tanto che l’attuale amministrazione comunale ha dovuto dapprima istituire un “centro abitato” e subito dopo dare il via ad una Variante urbanistica per destinare l’area intorno alla discarica Rimateria ad un “Parco urbano”. Tutele inesistenti fino al maggio scorso, per cercare di allontanare la discarica il più lontano possibile dalle abitazioni della frazione di Colmata.

Allontanando dal punto di vista geografico la discarica, la risposta dei soci privati della discarica non si è fatta attendere. Uno dei due soci appena entrati, Navarra, ha presentato al Comune di Piombino il conto dei danni per la Variante urbanistica: 24milioni di euro.

Ma quanto vale, sulla carta, il progetto di ampliamento ed i terreni oggetto di conferimento dei rifiuti? Non lo sappiamo. Di sicuro sappiamo che l’ingresso due nuovi soci, Navarra ed Unirecuperi, hanno previsto di investire poco meno di 5milioni di euro ancora da versare per intero, soci ai quali il centro-sinistra ha spalancato la porta dopo essersi ritrovato fra le mani una società a partecipazione pubblica, ormai divenuta scomoda e poco giustificabile agli occhi di noi cittadini, una società della quale i Comuni di Piombino e della Val di Cornia erano proprietari, piena di debiti. Sulla cifra esatta dei debiti ancora deve essere fatta luce.

E non è tutto per Piombino e per il suo territorio divenuto un SIN (sito d’interesse nazionale): non si sblocca la vicenda relativa a JSW, non si sbloccano le bonifiche nè tantomeno partono i lavori per dare a Piombino una seconda strada d’accesso che elimini una volta per tutte le file chilometriche che intrappolano residenti e turisti diretti alle isole d’Elba e di Sardegna. Ma proprio perché Piombino è un SIN, essendo stata oggetto anche dello studio “Sentieri” del CNR dovrebbe essere garantita la salute e soprattutto la possibilità di curarsi.

Il “piano ospedale unico Valle degli etruschi” non ci convince affatto – dice Roberta Degani, presidente del Comitato Salute Pubblica di Piombino - evidenziamo come in questo progetto l’ospedale di Piombino sia assolutamente dimenticato, tutti gli investimenti programmati sono stati di fatto dirottati verso l’ospedale di Cecina”.

“Si sancisce la scomparsa della cardiologia di Piombino – continua Degani – nel piano non si riparla di punto nascita o di materna infantile a Piombino, non si parla del futuro della chirurgia o dell’area chirurgica in generale, ortopedia compresa, per il Pronto soccorso nuovo c’è da aspettare anni a Piombino. Di fatto si sancisce la morte di Villamarina. Quello che ci sfugge è il razionale: con l’evoluzione dei tempi il benessere delle persone dovrebbe migliorare e invece stiamo assistendo a un peggioramento delle condizioni del benessere delle persone”.

In poche parole, a Piombino, la situazione è un ospedale verso il depotenziamento a favore dei presidi ospedalieri di Cecina e Livorno, e la ripresa dei conferimenti di rifiuti speciali con il sogno di raddoppiare gli spazi di discarica a disposizione dei privati.

“E’ bastato presentare alla fine di gennaio scorso da parte di Rimateria un nuovo cronoprogramma per gli interventi di messa in sicurezza della discarica perché la Regione Toscana cambiasse repentinamente idea sulla ripresa dei conferimenti. Almeno a noi cittadini pare proprio di si”, dice Roberta Degani, presidente del Comitato Salute Pubblica.

“Ci siamo sentiti per niente tutelati da questa scelta della Regione – continua Degani - e quello che lascia più basiti è la data di termine dei conferimenti nel cono rovescio, ottobre 2021, rispetto al termine della chiusura definitiva della discarica che sarà a dicembre 2022. Ci chiediamo con quali risorse Rimateria ed i privati affronteranno i 14 mesi successivi al riempimento del cono rovescio ed i lavori di ripristino ambientali per la chiusura definitiva della discarica. Ci chiediamo come una azienda in perenne sofferenza finanziaria che garanzie darà per portare a termine i lavori di messa in sicurezza. Ed in caso di inadempienza la Regione Toscana revocherà l’autorizzazione a Rimateria? Non ci bastano più solo le promesse”.

E mentre il tempo passa e la discarica di rifiuti speciali cresce viene da chiedersi quale sarà il futuro di un territorio baciato dalla storia, dal clima e dal mare e dei suoi abitanti lasciati soli a combattere battaglie più grandi di loro.

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