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Il bail-in negli Stati europei
Tutti i depositi bancari sono trattati allo stesso modo negli Stati membri dell'Unione Europea? I primi bail-in, base alle nuove norme europee, stanno iniziando a suscitare perplessità in investitori e risparmiatori.
Poco più di una settimana fa gli obbligazionisti di Heta Asset Resolution non avevano altra scelta che tenersi le loro perdite, visto che il regolatore austriaco ha stabilito di cancellare il 54% dei debiti (il 100% nel caso dei titoli junior subordinati). Gli obbligazionisti non riceveranno più alcun interesse da parte della banca.
La bad bank è stata costituita in seguito alla nazionalizzazione di Hypo Alpe-Adria-Bank International e dato il suo status il portafoglio della banca è principalmente costituito da prestiti a rischio provenienti da Paesi dell'Europa orientale. Gli obbligazionisti che hanno prestato soldi alla banca sapevano però che si trattava di una scommessa rischiosa.
A causa di un numero crescente di default su questi prestiti Heta Asset Resolution non è stata più in grado di far fronte agli impegni, né a mantenere garanzie sufficienti quando si è scoperto un disavanzo di oltre 8 miliardi di euro.
Il regolatore austriaco ha deciso di applicare le nuove regole di salvataggio operanti in Europa, lasciando ai creditori l’onere di pagare per la ristrutturazione della banca. La maggior parte dei creditori interessati, come ad esempio un paio di banche tedesche, assicurazioni, hedge fund e fondi comuni di investimento, erano ormai preparati ad affrontare il bail-in e avevano già tenuto in conto la perdita.
Ma uno dei creditori ha voluto contestare la procedura: si tratta della Banca Mondiale, che possiede obbligazioni Heta Junior (subordinate) per un valore nominale di 150 milioni di euro, che secondo le nuove regole sarebbero diventate spazzatura. Tuttavia, i membri della Banca Mondiale, come l'Austria, firmano preventivamente un accordo in base al quale le attività della Banca Mondiale non possono essere sottoposte ad azione esecutiva o legislativa nei singoli Paesi.
Questo ha complicato il procedimento in quanto il regolatore austriaco ha il dovere di trattare i creditori allo stesso modo, ma se dovesse concedere condizioni privilegiate, ancorché regolarmente sottoscritte a suo tempo, compensando la Banca Mondiale in modo diverso, ad esempio aumentando il suo contributo all’istituzione internazionale, commetterebbe un reato.
Infatti, secondo i media austriaci, un accordo potrebbe essere già stato raggiunto, con la destinazione da parte dell’Austria di 159 milioni di euro a favore della Banca Mondiale, alla voce di bilancio 2016-2020, come una "donazione" alla sua agenzia di sviluppo.
Ciò è in netto contrasto con quanto è avvenuto in Slovenia (stendiamo un velo pietoso sui casi italiani). In Slovenia, dove gli obbligazionisti subordinati di sei banche slovene sono stati espropriati a seguito di un bail-in, che consisteva in una completa cancellazione di tutte le obbligazioni subordinate, comprese quelli venduti a piccoli risparmiatori e investitori al dettaglio.
Nonostante le prove schiaccianti del fatto che le obbligazioni in questione sono stati attivamente raccomandate dalle banche ai propri clienti al dettaglio, gli obbligazionisti espropriati non ricevuto alcun risarcimento di sorta e non hanno i mezzi legali per contestare le decisioni riguardanti i bail-in, dal momento che la legislazione slovena concede solo alle banche il diritto di contestare legalmente decisioni riguardanti i bail-in.
Aggiungendo al danno la beffa, i prospetti che accompagnano la vendita di questi titoli, autorizzati dall’Autorità di vigilanza per il mercato sloveno, contenevano esplicitamente la specifica che il rischio di perdita avrebbe potuto concretizzarsi solo nell’ipotesi fallimento della banca, non certo per finanziarne la ristrutturazione.
Chiaramente il dovere di trattare tutti i creditori allo stesso modo non si applica a tutti gli Stati membri, né gli investitori retail vengono trattati allo stesso modo in tutti gli Stati membri, come chiaramente dimostrato dalla mancanza di informazione fornita agli investitori sloveni per quanto riguarda i rischi per l'acquisto di obbligazioni subordinate. Il fatto che le autorità slovene possano sottoporre gli investitori al dettaglio a legislazione sul bail-in con effetti retroattivi è assolutamente inaccettabile.
Per non parlare dei casi italiani, che ancora non si capisce come verranno risolti.
Uno spiraglio di speranza si potrebbe intravedere ad esempio nel caso citato della bad bank austriaca, così come in altri bail-in bancari, che hanno avuto luogo in Europa nel frattempo, dove si è trovato un accordo con gli investitori.
Paolo Brambilla